De Rossi ai saluti, nel futuro Argentina o Usa

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Un po’ alla volta l’Olimpico si riempie definitivamente, non c’e’ spazio per posti vuoti, solo per emozioni. Fin dalla fase del riscaldamento i cori sono (soprattutto) per De Rossi, continuano incessanti al momento dell’ingresso in campo: migliaia di bandierine gialle e rosse con la scritta ‘DDR’ ad accompagnare il suo ingresso in campo.
E poi ogni occasione, ogni pallone conquistato, ogni pallone giocato, e’ lo spunto per cantare De Rossi. Come pure gli striscioni: tantissimi, senza soluzione di continuita’. Su tutti:
‘Nei giorni belli e in quelli tristi sei stato la bandiera dei veri romanisti!’.
E poi la Roma che va avanti di un gol con Pellegrini, De Rossi esce per la meritata standing ovation, il Parma pareggia (con l’ex Gervinho) ma poi torna sotto con il gol di Diego Perotti.
Che corre in panchina ad abbracciare il centrocampista giallorosso. E poi il fischio finale, il giro di campo, i cori, decine e decine di sciarpe della Roma che piovono ai suoi piedi lanciate dai tifosi, che lui raccoglie per portarle con se’. E
che portera’ nella sua nuova avventura. Dove? Presto per dirlo.
Per ora stacca e saluta tutti, lo aspetta il Giappone per una vacanza attesa 18 anni: “Il futuro?- ha detto in conferenza stampa il giorno dell’ufficializzazione del suo addio alla Roma- Il 27 maggio ho l’aereo e vado in vacanza, e’ una cosa che mi e’ mancata”.
Non vuole smettere di giocare, nell’ultima partita ha dimostrato una certa integrita’ fisica. E allora la vacanza puo’ essere l’occasione per sfogliare la famosa margherita: Stati Uniti, Argentina (al Boca Juniors, squadra che tifa fuori dall’Italia), Asia. Lo hanno definito un allenatore in campo, una mente pensante che potrebbe gia’ sedere in panchina, ipotesi pero’ (forse) da escludere perche’ ha sempre detto di volersi prima formare prima di iniziare questa nuova vita sportiva.

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