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La scena, andata in onda in diretta al Festival di Sanremo, era stata oggetto di due esposti presentati alla Procura di Imperia
Il caso è chiuso. Il bacio delle polemiche tra Rosa Chemical e Fedez non rientra nel reato di atto osceno in luogo pubblico frequentato da minori. Il gip ha archiviato le accuse arrivate alla Procura di Imperia all’indomani della performance dello “scandalo”.
RIGETTATI GLI ESPOSTI PRESENTATI ALLA PROCURA DI IMPERIA
Due gli esposti presentati, uno di questi dalla Onlus Pro Vita & Famiglia, che aveva parlato di “volgarità” e di un “comportamento di gravità inaudita”. Per niente gradita la simulazione di un rapporto sessuale e il bacio sul palco del Teatro Ariston durante la performance in finale del brano in gara “Made in Italy”.
LE MOTIVAZIONI DEL GIP
Secondo quanto valutato, all’orario in cui è andato in onda il ‘fatto’, erano le 22.50, era difficile ci fossero bambini davanti la tv. Il bacio è, insomma, avvenuto “abbondantemente al di fuori della fascia oraria protetta”, in vigore dalle 16 alle 19.
Secondo il tribunale, poi, la scena era in linea con la tematica esposta nel pezzo di Rosa Chemical: “Piuttosto- dice il Gip- deve essere ricondotta nel diritto di espressione artistica quale corollario della libertà di manifestazione del pensiero”.
LA DIFESA
Anche gli avvocati di Fedez, Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci, hanno parlato di un’evoluzione del comune senso del pudore. Oggi “qualsiasi adolescente va online con lo smartphone e trova canzoni e video con immagini anche sessualmente più spinte di quelle viste a Sanremo”.
I due legali hanno continuato la loro arringa portando delle immagini della trasmissione Rai “Fantastico 10”. Nel 1989 Renato Zero “aveva fatto ‘twerking’ su uno spettatore” e allora nessuna accusa era stata mossa. Quanto visto a Sanremo 2023, insomma, è stato solo spettacolo e ora è certo.
COSA RISCHIAVANO ROSA CHEMICAL E FEDEZ
Secondo l’articolo 527 del codice penale, nel caso di atti osceni “si applica la pena della reclusione da quattro mesi a quattro anni e sei mesi se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano”.