8 Marzo. Gualtieri “pianta” 5 mimose per le madri costituenti

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8 Marzo. Gualtieri “pianta” 5 mimose per le madri costituenti

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Maria Federici, Angela Gotelli, Lina Merlin, Teresa Noce, Nilde Iotti. Sono le cinque madri costituenti italiane, le cinque donne che nel 1946 vennero chiamate a prendere parte alla Commissione dei 75 che, all’interno dell’Assemblea, diede vita alla Costituzione e che oggi Roma Capitale ha voluto omaggiare con la messa a dimora, all’interno dell’Aranciera di San Sisto, di cinque mimose: fiori che proprio nel 1946 furono scelti dalle donne dell’Unione donne italiane per celebrare il primo 8 marzo del dopoguerra. Un fiore di campagna e poco costoso, la mimosa, che le donne della resistenza romana, Teresa Noce, Teresa Mattei, Marisa Rodano e Rita Montagnana, vollero come simbolo di collettività e rinascita.
All’evento ‘Cinque Mimose per cinque Madri Costituenti’ hanno partecipato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, l’assessora capitolina all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti, Sabrina Alfonsi, l’assessora capitolina alla Scuola, Formazione e Lavoro, Claudia Pratelli, e poi Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti, Giulia Rodano, presidente della Casa internazionale delle donne e Oria Gargano, presidente della Cooperativa Sociale Be Free. Con circa 200 tra studentesse e studenti della scuola media Giovanni Pascoli e le bambine e i bambini dell’asilo nido comunale San Gregorio al Celio e della scuola materna Giardinieri.
GUALTIERI: “IN PAESE CHE VOGLIAMO PARITÀ IN OGNI SETTORE VITA” – “Oggi festeggiamo una data bellissima e importantissima, una festa che grazie all’iniziativa di donne romane e italiane ha scelto un fiore così bello come simbolo. È una festa che celebra dei risultati, come la capacità straordinaria di queste donne che erano in minoranza nell’Assemblea costituente ma che sono riuscite ad affermare dei principi fondamentali. Perché, come scritto nella nostra Costituzione, non basta che l’uguaglianza sia di diritto, deve essere di fatto”, ha detto Gualtieri.
Queste righe sulla parità delle donne, per il sindaco, “non sono però sufficienti, perché siamo ancora lontani dagli obiettivi fissati dai costituenti, e la violenza sulle donne è sintomo della difficoltà di tanti uomini ad accettare la parità effettiva. È per questo che oggi siamo qui con orgoglio e gratitudine a rendere omaggio e ricordare queste 5 straordinarie costituenti e tutte le altre 21 che in quell’Assemblea seppero battersi, divise dell’appartenenza politica ma unite su una battaglia di civiltà. Finché non ci sarà parità in ogni singolo ambito e settore, questo Paese non sarà mai il Paese che vogliamo”.
ALFONSI: “MIMOSE PER MADRI COSTITUENTI, SIMBOLO RESILIENZA E FUTURO” – “Le mimose anche esteriormente sono fiori collettivi e nel 1946 furono scelte dall’Udi, e dalle partigiane di Roma tra le quali la ultracentenaria romana Marisa Cinciari Rodano, come simbolo della giornata dedicata alle donne”, ha spiegato Alfonsi.
Nel 1946, ha proseguito, “le donne italiane conquistarono il diritto al voto che poterono esercitare alle amministrative del 10 marzo, un tempo che sembra molto lontano. Sempre nel ’46 furono elette le prime sindache e le 21 parlamentari, su 556 membri del primo Parlamento, di cui 5 entrarono nella commissione dei 75 che scrisse la Costituzione italiana. A loro dedichiamo le 5 mimose che abbiamo messo a dimora in questo giardino, dove vogliamo raccontare un pezzo della storia collettiva del nostro Paese proprio con le piante, simbolo di resilienza e di futuro”.
RODANO: “POCHE DONNE MA CHE LASCIARONO SEGNO INDELEBILE IN COSTITUZIONE” – “Sono qui in rappresentanza della Casa internazionale delle donne, luogo della lotta per i diritti e la libertà e contro ingiustizie e discriminazioni. Un luogo che il Comune ha aiutato in questa ultima fase a risolvere i suoi problemi, tra cui lo sfratto”, ha ricordato Rodano. Quelle cinque donne “erano poche, ma hanno lasciato nella nostra Costituzione dei segni straordinari che hanno cambiato la nostra democrazia, pensate anche solo alle due espressioni inserite all’articolo 3: la Repubblica rimuove tutte le discriminazioni ‘di sesso’ e ‘di fatto’, dicendo che non basta fare le leggi ma bisogna applicarle, per costruire la libertà giorno dopo giorno”.
GARGANO: “VIOLENZA NON FINIRÀ SE PRIMA NON FINISCONO PREGIUDIZI” – Gargano, rivolgendosi ai ragazzi presenti, ha spiegato che “non bisogna dimenticare mai l’apporto che le donne hanno dato alla storia e alla civiltà ma che purtroppo spesso i libri mettono da parte. La violenza e la tratta non finiranno mai se prima non finiranno i pregiudizi. Per questo a tutti voi, ragazze e ragazzi, auguro un in bocca al lupo e un buon 8 marzo che possa continuare anche oltre questa giornata”.
TURCO: “POLITICA EREDITÀ PIÙ BELLA MADRI COSTITUENTI” – “Consiglio ai ragazzi delle scuole di proseguire nello studio di queste donne, che erano poche ma influirono moltissimo sulla nostra Costituzione”, l’augurio di Turco. “L’eredità più bella che ci lasciano è la politica: erano orgogliosamente democristiane, comuniste, socialiste, ma hanno lavorato insieme in squadra perché sapevano di lavorare per tutte le donne italiane”.

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