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‘Insieme per garantire la salute di tutti’: è lo slogan scelto per celebrare la terza Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato, ospitata oggi a Roma nell’Aula Magna della Pontificia Università San Tommaso d’Aquino. Promossa dal regista Ferzan Ozpetek e dal paroliere Mogol, la giornata è stata istituita con la Legge 13 novembre 2020 “per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da coronavirus”. È stata scelta la data simbolica del 20 febbraio per ricordare il giorno in cui a Codogno venne scoperto il ‘paziente uno’.
Quest’anno, le undici Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini delle Professioni sociosanitarie, oltre 1,5 milioni di professionisti tra medici e odontoiatri, infermieri, farmacisti, medici veterinari, professionisti dell’area tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, ostetriche, chimici e fisici, fisioterapisti, psicologi, biologi, assistenti sociali, hanno deciso di celebrare insieme questa giornata, la cui istituzione, per Legge, ha costituito un pubblico riconoscimento dell’attività quotidianamente svolta a tutela della salute dei cittadini.
La cerimonia è stata con le note dell’inno di Mameli, che hanno fatto poi spazio agli interventi della presidente Barbara Mangiacavalli, designata in rappresentanza delle Federazioni e Consigli nazionali, degli ordini delle professioni sanitarie e socio-sanitarie, e del ministro della Salute Orazio Schillaci.
Nella seconda parte le parole del vicepresidente della Cei, Monsignor Francesco Savino, cui è seguito il concerto-recital ‘L’immensa bellezza – Quando musica e poesia incontrano la scienza e le donne’.
La celebrazione congiunta è stata strutturata in modo da alternare letture di brevi testi di scienziate e scienziati, poeti e poetesse con esecuzioni musicali della Red Shoes Women Orchestra, diretta dal Maestro Dominga Damato e composta da sole musiciste donne.
La scelta di privilegiare un’orchestra al femminile è nata dalla comune volontà di lanciare un segnale di attenzione per contrastare la violenza e gli episodi che la cronaca continua a registrare e che, purtroppo, sempre più spesso sono perpetrati, in particolare contro le donne e contro i professionisti sociosanitari a prescindere dal genere.
Al termine della Giornata hanno preso la parola i presidenti delle Federazioni e Consigli nazionali degli ordini delle professioni sanitarie, socio-sanitarie, socio-assistenziali e del volontariato, prima dell’esecuzione di un brano musicale che ha salutato la cerimonia di chiusura dell’evento.
“Le professioni sociosanitarie- hanno spiegato i rappresentanti delle Federazioni e dei Consigli- sono, da sempre accanto a chi soffre e ha bisogno del loro aiuto. Anche nelle fasi più dure della pandemia, quando non c’erano ancora i vaccini e mancavano spesso anche i dispositivi di protezione individuale, l’assistenza non è mai venuta meno”.
“Tanto che- hanno concluso- nella prima e nella seconda fase Covid-19 si contano circa 500 decessi tra i professionisti sociosanitari e i contagi, che ancora proseguono negli ultimi mesi al ritmo di 5-8.000 ogni 30 giorni, hanno raggiunto, tra infezioni e reinfezioni, quota 474.000 al 6 febbraio, senza sostanzialmente più registrare, dopo l’avvento dei vaccini, casi gravissimi e decessi”.