Juventus, parla Allegri. E allo Stadium striscioni contro Andrea Agnelli

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Juventus, parla Allegri. E allo Stadium striscioni contro Andrea Agnelli
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Juventus in crisi d’identità? Forse sì, forse no. “Con la squadra parlo tutti i giorni, il ritiro non è una punizione: è un momento di stare insieme e di trovare il tempo per fare doppi allenamenti, per ridare ordine”: così il tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri, sul provvedimento di andare in ritiro in vista del derby, dopo la sconfitta in Champions. “Sono voci infondate, la squadra non ha mai chiesto di non fare il ritiro – ha aggiunto l’allenatore – ma siamo tornati da Haifa nel pomeriggio, abbiamo fatto allenamento, poi ci siamo ritrovati la mattina dopo: quando mancano i risultati si tende a vedere più nero di quello che è, ma adesso dobbiamo far parlare il campo e cercare di ottenere un risultato positivo”. 

Allegri e la posizione in campionato della Juventus

Allegri dà poi uno sguardo alla posizione in classifica che ha la Juventus. “Siamo in ritardo in campionato, stiamo pagando la settimana tra Salerno e Monza e ci sta penalizzando – aggiunge – ma ci sono 29 partite, c’è tempo per recuperare”. Sul cammino in Champions invece rinvia: “Ci penseremo dopo l’Empoli” dice l’allenatore bianconero.

Gli striscioni fuori dallo Stadium

Intanto due striscioni sono stati appesi la scorsa notte sulle cancellate dello Stadium e poi rimossi. Questi i messaggi: “Mister Allegri non dimetterti mai…chi rema contro non è degno di questa maglia” ed “Agnelli vattene”.

Messaggi con cui gli autori hanno voluto difendere il tecnico dopo le ultime sconfitte e l’avvio di stagione deficitario con la Juventus al momento tagliata fuori dalla lotta per lo scudetto e ad un passo dall’addio alla Champions. Uno dei gruppi ultras bianconeri, i Viking, provenienti da Milano, hanno condiviso le foto degli striscioni con una nota in cui si punta il dito contro il Presidente Andrea Agnelli: “Via Marotta, via Paratici, via Allegri, via Sarri, via Pirlo, via le strisce sulla maglia; via il logo; via gli ultrà dallo stadio. 700 milioni di ricapitalizzazione in 3 anni per avere, una squadra piena zeppa di mediocri, un ds preso dalla serie C, un amministratore delegato che di calcio sa solo che la palla è sferica, uno stadio trasformato in un cinema all’aperto”. “Lapo e John Elkann è l’ora delle decisioni irrevocabili”, conclude la nota degli ultrà juventini.

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