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Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer è una miniserie televisiva statunitense del 2022, basata sulla biografia del serial killer cannibale Jeffrey Dahmer che terrorizzò lo Stato del Wisconsin tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90. La miniserie, composta da 10 episodi, è stata pubblicata su Netflix il 21 settembre 2022.
La trama di Dahmer
Milwaukee, 1991. Jeffrey Dahmer viene arrestato dalla polizia. Gli investigatori scoprono diversi cadaveri smembrati nel suo appartamento, ossa e numerosi resti umani. Alcuni anni prima, nel 1966, il giovane Dahmer ha avuto un’infanzia complicata nella sua famiglia. Il matrimonio dei suoi genitori crolla davanti ai suoi occhi e i due finiscono per separarsi pochi anni dopo. Jeffrey si ritrova quindi solo a lottare con le proprie insane pulsioni.
Le polemiche sulla serie
Il 23 settembre Netflix rimosse dalla serie il tag “LGBTQ” dopo le proteste e polemiche scaturite sui social media.
Durante il processo di Dahmer nel 1992, Rita Isbell, sorella di Errol Lindsey, una delle vittime di Dahmer, diede in escandescenze ed inveì verbalmente urlando contro l’imputato in una scena che è stata ampiamente riproposta da allora. Il 22 settembre 2022, un utente di Twitter di nome Eric, cugino di Isbell, scrisse in risposta alla serie: “Non sto dicendo a nessuno cosa guardare, so che i vari generi true crime fanno ascolti enormi, ma se siete davvero curiosi delle vittime, la mia famiglia (gli Isbell) è incazzata per questa serie. Si stanno ritraumatizzando ancora e ancora, e per cosa? Di quanti film/serie/documentari abbiamo bisogno ancora?”. Egli aggiunse: “I miei cugini si svegliano ogni pochi mesi con un sacco di chiamate e messaggi e sanno che c’è un’altra serie su Dahmer. È crudele”.
Il 26 settembre 2022 Insider pubblicò un resoconto di un’intervista a Rita Isbell, che condivise come si sia sentita infastidita guardando la scena rievocata della sua esplosione di rabbia alla lettura della sentenza di Dahmer nel 1992. “Sembrava di rivivere tutto da capo. Mi ha riportato tutte le emozioni che stavo provando allora”, dichiarò Isbell. “Ma non ho fame di soldi, ed è di questo che parla questo show, Netflix che cerca di guadagnarci su”, disse.
Chi è Jeffrey Lionel Dahmer
Jeffrey Lionel Dahmer (West Allis, 21 maggio 1960 – Portage, 28 novembre 1994) è stato un serial killer e militare statunitense.
Conosciuto anche come “The Milwaukee Cannibal” (Il Cannibale di Milwaukee) o “The Milwaukee Monster” (Il Mostro di Milwaukee), fu responsabile di diciassette omicidi effettuati tra il 1978 e il 1991 con metodi particolarmente cruenti (contemplando atti di violenza sessuale, necrofilia, cannibalismo e squartamento).
Dahmer fu condannato nel 1992 alla pena dell’ergastolo per poi essere ucciso, due anni dopo, da Christopher Scarver, un detenuto sofferente di schizofrenia. Il processo di Dahmer iniziò il 30 gennaio 1992 a Milwaukee, in cui dovette rispondere ai 15 capi di imputazione davanti al presidente della corte, il giudice Laurence Gram. Per poterlo effettuare furono adottate nell’occasione severe misure di sicurezza per proteggere l’imputato da possibili aggressioni da parte dei familiari delle vittime. Egli si dichiarò colpevole il 13 gennaio, e nonostante la difesa avesse invocato l’infermità mentale per il proprio assistito, Dahmer fu riconosciuto colpevole e, con sentenza del 13 luglio 1992, condannato alla pena dell’ergastolo per ogni omicidio commesso totalizzando 957 anni di prigione.
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Gram spiegò il motivo di sommare un ergastolo all’altro: la sentenza era stata strutturata in modo tale che, anche nel caso in cui i legali avessero tentato un ricorso in appello, Jeffrey Dahmer non sarebbe stato mai più messo in libertà. Subito dopo la condanna, Dahmer fu incarcerato nel Columbia Correctional Institute di Portage, dove si convertì al cristianesimo. Il 3 luglio 1994 il detenuto Osvaldo Durruthy, tentò di tagliargli la gola con un rasoio nascosto all’interno di uno spazzolino da denti mentre Jeffrey partecipava a una funzione religiosa nella cappella del carcere; in seguito a ciò gli fu proposto il trasferimento in isolamento ma Dahmer rifiutò, dichiarandosi pronto a morire e ad accettare qualsiasi punizione che potesse dare giustizia agli orribili delitti da lui commessi. Il 28 novembre finì per essere nuovamente aggredito da Christopher Scarver, un detenuto sofferente di schizofrenia, che lo colpì con l’asta di un manubrio trafugata dalla palestra del carcere. Tale aggressione gli risulterà fatale, e morirà durante il trasporto in ospedale a causa del trauma cranico riportato. Il suo cervello fu in seguito prelevato e conservato per studi scientifici.