Il due per cento degli umani moderni potrebbe avere geni in comune con i Neanderthal. Questo e’ quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Stem Cell Reports e condotto dagli esperti dell’Institute of Molecular and Clinical Ophthalmology di Basilea. “I protocolli che consentono la trasformazione di linee di cellule staminali pluripotenti in organoidi – spiega Gray Camp, capo dell’IOB Human Retina and Organoid Development Group – hanno cambiato il modo in cui e’ possibile guardare ai processi di sviluppo e decifrare l’interazione tra geni e formazione dei tessuti, in particolare per gli organi in cui il tessuto primario non e’ disponibile”.
L’esperto aggiunge che le cellule staminali umane in coltura possono auto-organizzarsi in complesse strutture tridimensionali che assomigliano alla retina, al cervello, al fegato, all’intestino o ad altri organi in via di sviluppo, per questo chiamati organoidi.