
Una cuffia di plastica, sottile come quella dei guanti da supermercato, da mettere tra testa dei clienti e cappello in funzione anti-contagio. Cosi’ ripartira’ la piu’ antica cappelleria di Roma “Troncarelli”, in via della Cuccagna (piazza Navona) dal 1857. Lo fara’ pero’, spiega all’AGI il proprietario Andrea Troncarelli, dal 19 maggio: “Il 18 maggio, giorno di riapertura previsto, aderiamo allo sciopero “Io non riapro” indetto da Roma Produttiva – chiarisce – per sottoporre al governo i nostri problemi di sopravvivenza.
Questa cappelleria ha vissuto il periodo buio della guerra, l’emergenza coronavirus ci sta mettendo a terra piu’ rapidamente e con la prospettiva di una ripresa piu’ complicata rispetto ad allora”. In attesa del decreto maggio e degli eventuali e ipotetici contributi sugli affitti, sulle bollette e, a fondo perduto, su una percentuale di fatturato, Troncarelli spiega che dal momento in cui tirera’ su la serranda (lui e sua moglie, senza, alla ripresa, “in attesa di vedere come procedono gli affari” l’unico dipendente che, in cassa integrazione, non ha peraltro ancora ricevuto un centesimo dallo Stato) si ritrovera’ a fronteggiare una serie di spese: “Ho pagato regolarmente l’affitto del locale relativo ai mesi di chiusura, adesso provero’, come tutti, a ricontrattarlo, e si aggiungeranno pero’ l’Iva, le varie utenze e anche le scadenze dei fornitori – chiarisce – devono ancora incassare quelle invernali, durante i due mesi di chiusura non le hanno pretese, ma adesso arrivera’ anche il loro turno.
Anche se il governo ristorera’ dei mesi di affitto non e’ detto che ci siano i soldi per anticiparli”.