
Con un tasso di mortalità pari allo 0,8 per mille contro il 2,6 a livello nazionale, il Lazio fa oggi i primi passi verso la cosiddetta fase 2 annunciata dal Governo Conte a partire dal 3 maggio
“L’obiettivo è chiaro: la riapertura dovrà avvenire con la massima sicurezza di chi produce e la massima sicurezza per chi consuma”. Così il governatore del Lazio Nicola Zingaretti anticipa in videoconferenza i temi al centro di un tavolo istituzionale con le parti sociali e le imprese.
Il 3 maggio nel Lazio si va dunque verso una riapertura, ma, avvisa il governatore, “fabbriche ed esercizi commerciali non saranno quelli di prima, si devono organizzare – ha aggiunto – Ora lavoriamo affinchè quando ci sarà l’apertura nessuno si illuda che il tema sarà superato, va affrontato usando al massimo le misure di sicurezza fino al vaccino”.
Ci sarà una particolare attenzione al turismo con misure ad hoc per le strutture ricettive. Massima attenzione a tutte le procedure di sicurezza: dalle barriere nei taxi alla sanificazione e distanze negli esercizi commerciali.
Alcuni punti sono già fissati: la lotta alla burocrazia, e quindi la semplificazione delle procedure per arginare la crisi dovuta. E la presenza di un team di esperti che affiancherà le istituzioni locali. «La fine della fase di emergenza ci metterà davanti a un modello sociale ed economico diverso, che ad oggi è ancora difficile immaginare. Ripensare la riorganizzazione del lavoro, il nuovo ruolo che avranno le tecnologie, le nuove occasioni di socialità e le prospettive del sistema socio-sanitario sono le chiavi per far ripartire il sistema produttivo. Occorrerà investire sempre più sulla sostenibilità, sull’innovazione e sulla semplificazione, tutelando la salute e senza lasciare nessuno indietro» l’intervento sul tema della consigliera regionale dem Marta Leonori. Fra i settori che chiedono un rilancio al più presto, quello dei balneari «che dovrà fare i conti con una restrizione evidente delle attività. Non sarà possibile un afflusso di massa e dovremo sostenere costi di sanificazione e di adeguamento alle nuove regole. Ne va della sussistenza di un settore cruciale dell’economia laziale, ma anche del benessere psicofisico dei cittadini ai quali speriamo sarà consentito andare al mare» sostiene la presidente della commissione Attività produttive e Sviluppo economico del consiglio regionale del Lazio, Marietta Tidei.
E che tornino presto ad aprire i cantieri è l’invito dei costruttori romani di fronte a un decreto governativo che li esclude per ora dalla ripresa delle attività. Mentre le grandi opere sembrano proseguire (operai al lavoro sui nuovi snodi della metropolitana) sono ferme invece le costruzioni di tipo residenziale. Come ha spiegato l’Ance Roma all’agenzia Dire, attraverso il suo portavoce Nicolò Rebecchini: «È necessaria una grande politica di sostegno alle famiglie e alle persone, perché venga garantita la certezza degli impegni presi, dall’affitto all’acquisto di nuovo case. Se per causa di forza maggiore facciamo morire i rapporti contrattuali, rischiamo uno tsunami sociale pericolosissimo». Un freno in più è costituito dal ricorso presentato dal Mibact contro la Regione sul piano paesistico per il Lazio: «Dietro di noi ci sono circa 200mila addetti diretti più il grosso della filiera». S’intravede dunque in controluce un faticoso rilancio, di pari passo con i dati sanitari sempre più rosei: nell’ultimo bollettino regionale 123 casi positivi al Covid-19 e un trend in frenata al 2,5 per cento. Decedute nella stessa giornata di ieri cinque persone, tutte in età avanzata o affette da patologie pregresse gravi. Aumenta anche il numero dei guariti, più 25 nelle ultime 24 ore per un totale di 764.