Referendum Atac Roma. Domenica 11 novembre i cittadini romani sono chiamati a esprimere un loro parere nel referendum comunale consultivo sul destino di Atac, l’azienda per la mobilità di Roma Capitale. Il referendum è stato promosso dai Radicali italiani per mettere a gara il servizio dei trasporti della capitale. La campagna referendaria è iniziata ufficialmente il 12 ottobre e il comitato promotore ha ottenuto oltre 30.000 firme.
I quesiti del referendum consultivo sono due.
Il primo: “Volete voi che Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia mediante gare pubbliche, anche ad una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e della ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?”.
Il secondo: “Volete voi che Roma Capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?”.
Quando e come si vota
Il voto si svolge dalle ore 8 alle 20. La consultazione avviene nei seggi normalmente utilizzati per le competizioni elettorali. All’elettore verranno consegnate due schede di colore diverso, una per ciascun quesito.
Su ciascuna scheda sarà riportato il quesito formulato nella richiesta di referendum, letteralmente riprodotto a caratteri chiaramente leggibili, e due rettangoli con all’interno le diciture SI / NO.
Le operazioni di scrutinio avvengono immediatamente dopo la chiusura della votazione e proseguono ad esaurimento.
Chi ha diritto di voto
Alla votazione, che si svolge a suffragio universale con voto diretto, libero e segreto, partecipano tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali di Roma Capitale, nonché coloro che, appartenendo ad una delle categorie previste dall’art. 6 dello Statuto, si siano appositamente registrati tra l’1 ottobre e il 31 dicembre dell’anno precedente a quello di svolgimento dei referendum.
Per esercitare il diritto al voto, l’elettore dovrà presentare un documento valido e la tessera elettorale nella quale però, essendo un referendum cittadino, non verrà posto alcun timbro.
I cittadini sprovvisti di tessera elettorale valida, che, pur avendone diritto, siano stati esclusi dalla compilazione delle liste elettorali, possono presentare domanda di essere ammessi al voto alla Commissione Elettorale Comunale nei termini e nelle modalità previste dall’art. 3 della legge 7 febbraio 1979 n. 40 – presso Dipartimento Servizi delegati – Ufficio Elettorale – Via Petroselli, 50 , tutti i giorni lavorativi nei normali orari di apertura al pubblico e, nel giorno della votazione, con orario 8:00 – 20:00.
Essendo un referendum consultivo, la votazione è valida se viene raggiunto il quorum del 33 per cento degli aventi diritti al voto, a differenza di quello abrogativo in cui occorre la maggioranza assoluta degli aventi diritto. Servono poco meno di 800mila voti.
Cosa succede se vince il sì? E se vince il no?
In entrambi i casi il risultato della consultazione non ha effetti diretti, trattandosi di un referendum consultivo. Se vincesse il sì comunque l’amministrazione comunale dovrebbe tenere conto delle richieste avanzate dai cittadini per aprire un dibattito sulla messa a gara il servizio dei trasporti della capitale.