False residenze dei romani ad Amatrice per ottenere i fondi destinati ai terremotati. Arrivati e già notificati i primi «avvisi di conclusione delle indagini» per i reati di truffa e falso finalizzato all’altrui inganno emessi dalla Procura di Rieti, mossa che generalmente precede il rinvio a giudizio. Sono più di duecento i presunti falsi residenti nella lente dei magistrati.
La Procura reatina, infatti, sulla scorta delle indagini condotte essenzialmente dagli agenti della Guardia di Finanza, contesta ai romani di avere messo in piedi un autentico «raggiro», consistito nel presentare al Comune di Amatrice la domanda per la richiesta del cosiddetto contributo per l’autonoma sistemazione (Cas) autocertificando falsamente di possedere ad Amatrice – già prima del terribile sisma del 24 agosto del 2016 – la propria abitazione principale, abituale e continuativa, resa poi inagibile dalla forte scossa e di non avere trovato nel frattempo una sistemazione definitiva.
L’operazione è stata condotta attraverso l’esame di autodichiarazioni e riscontro dei dati dichiarati dai singoli richiedenti il contributo con indagini di polizia giudiziaria.
Indagini che hanno fatto emergere una moltitudine di soggetti, che avevano dichiarato falsamente di essere in possesso dei requisiti normativamente previsti, ovvero di essere stati costretti a trovare una nuova sistemazione alloggiativa, in quanto la propria abitazione era risultata inagibile a causa del sisma.