Referendum Atac, Legambiente: «La vittoria del SÌ può essere grande occasione per garantire a tutti il diritto a muoversi senza auto privata»

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In vista del referendum cittadino, va garantita in primo luogo una corretta informazione che fino a oggi è completamente mancata da parte del Comune di Roma. Non solo rispetto all’appuntamento ma anche a come l’amministrazione, che ha evidentemente scelto di far fallire il raggiungimento del quorum, pensa di rispondere alla drammatica situazione del trasporto pubblico a Roma. Il primo diritto che Legambiente chiede che venga garantito è quello per le persone, di utilizzare mezzi pubblici efficaci per gli spostamenti a Roma. Nei decenni è calato il numero complessivo di offerta di trasporto pubblico in chilometri effettuati, a questo si aggiunge un tracollo, avvenuto sostanzialmente tra il 2015 e 2016, nell’utilizzo del TPL della capitale secondo i dati di “Ecosistema urbano”. Tali cifre, da una parte certificano un calo preoccupante di mobilità collettiva proposta, dall’altra un crollo della fiducia da parte dell’utenza a vantaggio degli spostamenti su auto privata con tutte le conseguenze in termini ambientali, dal congestionamento delle strade alle emissioni di gas climalteranti.

L’11 novembre 2018 si svolgerà a Roma il referendum consultivo, con due 2 quesiti:
– primo quesito: “Volete voi che Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia mediante gare pubbliche, anche ad una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e della ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?”
– secondo quesito: “Volete voi che Roma Capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?”

Il quorum del 33% appare molto alto e il suo raggiungimento non sembra di certo scontato, ma è importante avviare una fase di studio e ristrutturazione, proprio a partire dagli esiti referendari, per garantire un servizio TPL futuro, migliore dell’attuale.

Sarà cruciale la costruzione di un percorso che, qualunque sia l’esito del referendum, avvii tali modifiche anche radicali, poiché una vittoria del SI non dovrebbe comunque portare allo smantellamento della più grande azienda di trasporto locale d’Italia e una vittoria del NO non significherebbe di certo che ai cittadini piace lo stato del servizio. A fronte di tali elementi, sono fondamentali alcune garanzie: che il controllo sul servizio resti pubblico e di Roma Capitale; che sia assicurata l’accessibilità per ciascuno al servizio senza seguire le sole logiche di mercato, garantendo il servizio pubblico alla collettività, anche nelle zone meno remunerative e ad un costo accessibile a tutti; che alle aziende di trasporto rimangano, o confluiscano, le categorie operative e la gestione del parco macchine, siano esse l’Atac con ditte private che già operano su tratte periferiche o aziende vincitrici di eventuali bandi, inclusa Atac stessa.

“Senza alcuna posizione ideologica sosteniamo che la che la vittoria del SI può e deve essere occasione importante per avviare le modifiche suddette, in un quadro di visione a lungo termine che ponga al centro il diritto a muoversi senza l’uso dell’auto privata – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. Con una maggioranza di NO si dovrebbe comunque aprire un’ampia discussione per migliorare il servizio di un’azienda in drammatiche difficoltà finanziarie e funzionali. Ci auguriamo pertanto che alla tornata referendaria, seppur consultiva, i cittadini partecipino numerosi, sancendo un indirizzo di rinnovamento e ammodernamento dei trasporti pubblici romani”.

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