«Il Presidente Zingaretti, intervenendo al Forum CompraVerde-BuyGreen 2018’, ha definito la chiusura del termovalorizzatore di Colleferro una scelta storica, che invece è avvenuta, a mio parere, più per lisciare il pelo alla protesta locale che per decisione politica. Diversamente da come raccontato la giunta regionale aveva deliberato il revamping, stanziato circa 12 mln di euro e trasferita la somma a Lazio Ambiente che aveva provveduto a comprare le caldaie, che non sono mai arrivate nell’impianto perché bloccate dalla protesta. Per dirla tutta e senza voler mancare di rispetto l’impianto è stato chiuso, e questo sta provocando un grave danno erariale, più per mancanza di coraggio che per scelta.
Il Presidente ha inoltre dichiarato che occorrerà invece fare il revamping della rete dei Tmb, in particolare di quelli romani, per migliorare il prodotto che producono nel lavorare il rifiuto indifferenziato.
Lo dico da tempo che c’è un piano della regione per far produrre ai Tmb meno cdr e più css, che secondo la normativa nazionale può essere bruciato sia nei cementifici (Colleferro e Guidonia) che nelle centrali elettriche (Civitavecchia).
Ma questa non è una mia deduzione ma quanto scritto da tempo in documenti ufficiali della Regione.
In un documento di revisione della famigerata delibera sul fabbisogno regionale, la 199 del 2016, inviata alla commissione ambiente a fine della scorsa legislatura è scritto nero su bianco che diminuirà il fabbisogno di termovalorizzazione sulla base dell’aumento di produzione di Css.
Nel collegato ambientale approvato in giunta nell’Ottobre del 2017, che non iniziò mai l’iter per arrivare in aula, c’era proprio una norma che prevedeva l’obbligo per i gestori degli impianti di Tmb per ammodernarli in modo da produrre Css.
Nel Dicembre del 2017 l’ex assessore ai rifiuti Buschini rispondendo ad una interrogazione del consigliere Fichera, in merito alle vicende di Lazio ambiente, dichiarò che nel futuro ci sarebbe stato meno esigenza di termovalorizzazione per l’aumento della produzione di Css.
In questa legislatura nel mese di Luglio 2018 l’assessore regionale ai rifiuti, Massimiliano Valeriani, durante la questione time, posta dal Consigliere Parisi sul futuro di Lazio ambiente e del termovalorizzatore di Colleferro, ha consegnato un documento della regione dove viene confermato che la produzione di Css (combustibile solido secondario), al posto del cdr (combustibile derivato da rifiuto), farà abbassare l’esigenza dei forni di incenerimento (il riferimento è all’impianto di Colleferro), proprio perché i rifiuti combustili (CSS) possono essere “utilizzati in forni industriali ( centrali elettriche, cementifici, altoforni).
Dunque alla fine della giostra, chiuso il termovalorizzatore pubblico e in attesa del nuovo impianto di rigenerazione di cui aspettiamo di sapere i dettagli, i rifiuti trattati di Roma verranno conferiti nella discarica di Colle Fagiolara e, dopo l’ammodernamento dei Tmb, c’è il rischio concreto che il Css prodotto venga bruciato dai cementifici della zona».
Donato Robilotta