Ma quindi li riaccendono o no? Con questa domanda l’assemblea permanente del movimento ‘Rifiutiamoli‘ ha convocato ieri la cittadinanza di Colleferro, in provincia di Roma, per fare il punto sulla situazione degli inceneritori di Colle Sughero e della società regionale Lazio Ambiente – come riporta una nota dell’Agenzia Dire -. All’incontro pubblico, che si è svolto nei locali del centro anziani di via Berni, hanno partecipato oltre 100 persone, tra cui il sindaco della città, Pierluigi Sanna, seduto in platea.
Dopo aver ripercorso le ultime tappe della mobilitazione in corso nella cittadina a Sud di Roma da giugno 2017 contro il revamping dei due inceneritori, ad oltre 80 giorni dall’inizio del presidio del quartiere Scalo che il 5 dicembre scorso ha bloccato, insieme al sindaco, un trasporto eccezionale diretto a Colle Sughero, sono stati ricordati i principali motivi di dissenso che il movimento oppone al riavvio degli impianti. Dai preoccupanti dati sanitari riscontrati sulla popolazione e scritti nero su bianco sul rapporto Eras del Dep Lazio alla contrarietà espressa sul rinnovo delle autorizzazioni da comune di Colleferro e Asl in conferenza di servizi per il riesame dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale), alla presenza dei due impianti nel perimetro di un Sin (Sito di Interesse Nazionale), ‘Bacino del fiume Sacco’, ancora in attesa di bonifica.
Sono questi alcuni dei principali punti toccati nell’intervento introduttivo, oltre alla questione del cromo esavalente. È del 30 settembre del 2015, infatti, la prima rilevazione del pericoloso contaminante ambientale (classificato dallo Iarc come “cancerogeno per l’uomo di classe 1” ed inserito tra gli agenti mutageni del Dna) nel terreno sottostante gli inceneritori, con concentrazioni tre volte superiori ai limiti di legge. Nel novembre del 2016 il comune di Colleferro ha ricevuto i risultati di tre mesi di campionamenti che hanno rilevato un picco di Cromo VI 18 volte oltre i limiti di legge. L’amministrazione comunale ha quindi richiesto ulteriori analisi per determinare l’origine dell’inquinante e il 23 gennaio 2018 si è svolta un’audizione al ministero dell’Ambiente.
Sulla questione è tornato nel suo intervento anche il sindaco Sanna, che nel 2017 ha presentato alla procura di Velletri un esposto verso ignoti proprio sul ritrovamento del cromo, chiedendo l’intervento della magistratura per identificare i responsabili degli sversamenti. Il primo cittadino, oggetto nelle ultime settimane di polemiche rispetto ai lavoratori di Lazio Ambiente, ha quindi parlato del nuovo consorzio di comuni che gestirà il ciclo dei rifiuti della zona e nascerà prima dell’estate. Al consorzio, che Sanna garantisce “riassorbirà parte dei lavoratori di Lazio Ambiente”, parteciperanno i comuni di Colleferro, Segni, Gavignano, Gorga, Carpineto Romano, Labico, Genazzano, San Vito Romano, Capranica Prenestina, Fiuggi e Nemi, in “una gestione del ciclo dei rifiuti il più possibile virtuosa, con un utilizzo minimo della discarica”.
È proprio la situazione di Lazio Ambiente, la società regionale istituita nel 2011 dopo il fallimento dell’allora consorzio Gaia, l’argomento di un altro intervento, che restituisce al mittente l’accusa che “il movimento nato a Colleferro sia responsabile della perdita del posto di lavoro degli operatori impiegati negli inceneritori”. Si tratta, secondo Rifiutiamoli, di “una società nata morta, dal disastro dello scollamento del territorio dalla sua società, costruita formalmente ma non politicamente, che significa anche ricostruirla dal punto di vista economico”.
Durante l’ultimo intervento, è stata quindi evidenziata la necessità di “prendere atto che con la rilevazione del cromo esavalente sotto gli inceneritori” la situazione, anche sanitaria, di Colleferro “è totalmente cambiata” e il sindaco Sanna è stato invitato ad istituire un consiglio comunale permanente, con l’auspicio di un maggiore attivismo degli altri sindaci della Valle su problematiche “che non riguardano solo Colleferro, ma l’intero comprensorio”.
Nel corso dell’incontro è stata anche presentata l’iniziativa ‘Pezze a colori contro gli inceneritori’, forma di protesta di un gruppo di donne del presidio basata sull’urban knitting, la street art che prevede l’utilizzo di lavorazioni a maglia e all’uncinetto per decorare la città, che, con l’autorizzazione del sindaco, ha già raggiunto gli alberi della piazza del comune di Colleferro. L’assemblea permanente di Rifiutiamoli, alla fine dell’incontro, ha invitato la cittadinanza a partecipare ad una giornata di presidio il 18 febbraio alle 18.
Fonte Dire