Shoah, Zingaretti scopre la targa per Giacomo De Benedetti

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Scoperta la targa commemorativa dedicata allo scrittore e saggista Giacomo Debenedetti sulla casa di Via del Governo Vecchio 78 (in cui visse dal 1952 al 1967). All’inaugurazione, organizzata dal Comune di Roma, hanno preso parte, oltre i famigliari, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la consigliera capitolina Gemma Guerrini (M5S), delegata della sindaca Raggi, un rappresentante dell’Accademia Nazionale dei Lincei, il Presidente del 1° Municipio Sabrina Alfonsi, il consigliere capitolino di Sinistra per Roma Stefano Fassina e Ruth Dureghello, Presidente della Comunità ebraica romana. Oltre 70 anni fa, il 16 ottobre 1943, ebbe luogo la razzia del Ghetto di Roma per mano nazista. In presa diretta Debenedetti scriveva un libro sveltissimo e luminoso, “16 ottobre 1943”, una tra le più sentite testimonianze della tragedia che si perpetrò quel giorno nei confronti della comunità ebraica. Dopo il rilascio di un certo numero di componenti di famiglie di sangue misto o stranieri, 1 023 rastrellati furono deportati direttamente al campo di sterminio di Auschwitz e soltanto 16 di loro sopravvissero. Nel corso della cerimonia che si è svolta stamane nei pressi di piazza Navona, il governatore Zingaretti ha ringraziato la famiglia Debenedetti e Roma Capitale per l’invito a “partecipare a questo bellissimo atto di memoria della città di Roma verso uno dei personaggi più importanti della storia culturale del nostro paese. Il motivo per cui siamo quí non è solo istituzionale. Il libro ’16 ottobre 1943′ ha segnato la mia vita come quella di molte generazioni. – ha raccontato Zingaretti – È un testo insostituibile per capire la storia di Roma, perché le parole di Debenedetti hanno la funzione di riattivare un percorso di recupero della coscienza collettiva. Del 16 ottobre 1943 esiste quel libro meraviglioso, quel manifesto straordinario di umanità e indignazione, che ci dà anche l’essenza della figura intellettuale delle grandezza di Giacomo Debenedetti, perché con quel testo ci ha aiutato a non perdere la memoria. Ed è questo, forse, l’immenso contributo che egli ha dato alla ricostruzione di una memoria collettiva, di Roma e dell’Italia. Il fascismo è morto, ma l’odio e il disprezzo dell’altro, delle differenze è vivo in Italia e in Europa. Quindi, l’errore che non dobbiamo fare è quello di monumentalizzare il ricordo. La sfida, e in questo Debenedetti ci aiuta, è – ha concluso – di non perdere la memoria viva e la comprensione dell’orrore, anche per continuare ad avere oggi una bussola per orientarci”. “Oggi è veramente un onore particolare, perchè ricordare una figura come Giacomo Debenedetti, che arricchisce in modo altamente significativo la città è qualcosa che va oltre la semplice delega che una sindaca può dare ad una consigliera”, ha detto, invece, la consigliera capitolina Gemma Guerrini, portando i saluti del sindaco di Roma Virginia Raggi e di tutta l’amministrazione capitolina. Infine, Ruth Dureghello ha raccontato che “Giacomo ha avuto il grande pregio da me che sono stata sua lettrice, pur non avendolo conosciuto, di trasmettere sentimenti, emozioni. Il clima che precedette quel 16 ottobre e sul quale ancora oggi ci interroghiamo. Se a Giacomo la Comunità degli Ebrei di Roma deve qualcosa è proprio quello di averci messo di fronte alla realtà e ad una responsabilità, che oggi ancora ci troviamo ad affrontare”. Giacomo Debenedetti, moriva il 20 gennaio 1967. Saggista e critico la cui opera rimane imprescindibile per comprendere il Novecento letterario italiano. Fu tra i maggiori interpreti della critica letteraria in Italia nel XX secolo, uno dei primi ad accogliere la lezione della psicoanalisi e delle scienze umane in genere. Collaboratore di Alberto Mondadori e tra i fondatori del Saggiatore, è stato, alla fine degli anni Cinquanta, il curatore della “Biblioteca delle Silerchie”, piccoli volumi cartonati, dalle copertine colorate e dalla grafica raffinata e innovativa, che allineavano testi di genere diverso, specchio delle sue preferenze di lettore.

(foto d’archivio)

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