«Dopo il Palestrina è nata la musica moderna». È uno dei fondamenti della musicologia italiana ed è il principio ispiratore del festival “Il Palestrina attraverso i secoli” al via questa settimana nel territorio dei monti Prenestini. Una kermesse di spettacoli e approfondimenti culturali che parte dalle scuole per divulgare la figura di “Pierluigi”, il maestro rinascimentale “principe della musica”, compositore di fama mondiale che influenzò tutta la composizione successiva, non solo sacra.
La lezione del Palestrina arriva per la prima volta negli istituti del territorio nell’ambito del programma di formazione avviato dalla fondazione Giovanni Pierluigi. Si parte oggi dall’istituto comprensivo Giacomo Matteotti e si proseguirà fino al 10 novembre nelle scuole di Genazzano, Valmontone, Zagarolo e Palestrina. Vere e proprie lezioni-concerti tenute dal maestro Vinicio Lulli del Coro San Francesco Saverio di Palestrina, con la supervisione scientifica di Renata Tomassi Razzicchia, addetta alle Pubbliche Relazioni della Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina.
«Si tratta di un progetto ambizioso – spiega la dottoressa Razzicchia – che parte dalle nuove generazioni per diffondere la cultura di questo grande genio. “Il Palestrina” come principio e orientamento nella storia della musica antica e moderna attraverso i secoli. Spiegare ai giovani le tecniche e le innovazioni introdotte da Pierluigi – continua Razzicchia – significa infatti parlare dei fondamenti e i principi ispiratori della musica occidentale per arrivare fino ai giorni nostri. Da anni la fondazione è impegnata nell’opera di salvaguardia e divulgazione dell’opera di Pierluigi. Con questo progetto – continua – si arriva per la prima volta a coinvolgere gli istituti del territorio per estendere il raggio di azione alla terra del Palestrina».
«Sono onorato di partecipare a questo percorso formativo nelle scuole – dichiara il maestro Lulli. Credo che un festival così importante debba coinvolgere anzitutto le nuove generazioni. È una risposta culturale forte – continua il maestro – che si pone l’obiettivo di colmare quel gap che abbiamo con il resto dell’Europa sul fronte della formazione musicale nelle scuole. Si tratta di un primo passo, l’augurio è che questo progetto possa crescere per arrivare a una formazione continua nel corso dell’anno sviluppata con progetti ad hoc».
Quest’anno si è scelto di coinvolgere le classi di seconda media. Da oggi questi ragazzi sapranno cosa significa polifonia, monodia, contrappunto e coralità. Ma si parlerà anche di jazz e di rock “operistico” come quello dei Muse di Matthew Bellamy che nel 2015 uscirono con un concept album dal titolo “Drones” ispirato a Pierluigi da Palestrina. Il libretto del cd spiegava che Drones, una delle tracce dell’album, era “basata su Sanctus Et Benedictus, composta da Giovanni Pierluigi da Palestrina, riarrangiata (e con testo aggiunto) da Matthew Bellamy“.
Ma Giovanni Pierluigi da Palestrina ha avuto un ruolo importantissimo anche nella storia della musica e una delle opere che hanno fatto sì che il suo nome attraversasse i secoli è proprio la sua Missa Papae Marcelli, con la quale il compositore fece sue le direttive del Concilio di Trento (durato dal 1545 al 1563) di una semplificazione della musica sacra.
La Missa Papae Marcelli (Messa di papa Marcello) è una messa polifonica a 6 voci, composta in onore di papa Marcello II, che regnò per sole tre settimane nel 1555. La riforma luterana, infatti, aveva semplificato ed avvicinato la liturgia al popolo e alcuni vescovi che partecipavano al concilio di Trento pensarono di riportare il canto liturgico all’esclusiva monodia gregoriana, attraverso la quale si riteneva che il testo sarebbe stato più comprensibile. L’eccessiva elaborazione raggiunta nei secoli dalla polifonia si distaccava troppo dalla semplicità devozionale richiesta dal culto religioso, ma Palestrina con questa messa riuscì a dimostrare che era possibile coniugare la presenza di più voci a una chiarezza delle linee melodiche.