di Alberto Sava
Dopo il contributo del Centro Studi Oltre, oggi ospitiamo l’intervento del giornalista blogger Walter Marcelli, che riceviamo e volentieri pubblichiamo: “Cerveteri non lascia indietro nessuno” Queste le parole del sindaco Pascucci che gioca d’anticipo, e propone Cerveteri per l’accoglienza di alcune centinaia di richiedenti asilo e rifugiati. Esattamente il contrario di quanto dichiarato dal suo collega di Ladispoli, Grando. Certamente, visto che da qualche parte dovranno essere ospitati, meglio essere soggetti attivi del processo decisionale. Su questo delicato, se da una parte si registrano polemiche sui social tra i cittadini, dall’altra si è quasi scivolati nell’indifferenza delle altre componenti politiche della comunità. Non si è nemmeno aperto un dibattito. Ma ciò che dovrebbe far preoccupare è come riuscirà Cerveteri ed il suo territorio ad accogliere un così gran numero di persone, quando non riesce nemmeno a gestire l’ordinaria amministrazione. Se non si riesce a garantire la sicurezza; a controllare la raccolta dei rifiuti; se non vi sono strutture di accoglienza nemmeno per i vacanzieri; se non vi è un minimo di organizzazione e la cosa pubblica è gestita in maniera opinabile, come saranno in grado di affrontare una situazione del genere? Il tema non ammette improvvisazioni e battute ad effetto. Quello dell’accoglienza è un argomento molto scivoloso, che rischia sempre di degenerare nel facile populismo, nell’intolleranza; che arriva a riscaldare, troppe volte, gli animi. Ma nel caso di Cerveteri, al di là dei grandi discorsi sulla solidarietà (a volte ipocriti), la questione è molto più semplice: come riuscire ad affrontare l’emergenza, quando non si è in grado di gestire con successo l’ordinaria amministrazione e senza avere l’organizzazione necessaria? Il sindaco dice: dimostriamo di meritare l’appellativo di “patrimonio dell’umanità” gestendo questo fenomeno. Dimostratelo anche amministrando questa città e il suo territorio”.