No a Cupinoro: le Amministrazioni del territorio insieme a Bracciano

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di Alberto Sava

L’Amministrazione comunale di Ladispoli ha ufficializzato la sua presenza martedì 17 ottobre a Bracciano per ribadire il No alla riapertura della discarica di Cupinoro, che qualcuno vorrebbe trasformare in un centro di raccolta dei rifiuti industriali di Roma con annesso impianto a biogas. “Abbiamo accettato l’invito -afferma il sindaco Grando- ad una manifestazione che vedrà schierate anche le altre amministrazioni del territorio per confermare la totale contrarietà alla resurrezione dell’impianto della via Settevene Palo. Una bomba ecologica che non deve essere innescata, bensì messa in totale sicurezza con i fondi del cosiddetto post mortem che in questi anni i municipi conferenti hanno sborsato alle realtà pubbliche e private che si sono succedute nella gestione della discarica. Siamo lieti che anche il comune di Bracciano si stia schierando contro questo scellerato progetto, ci auguriamo di avere presto al nostro fianco tutte le amministrazioni dell’alto Lazio. Siamo preoccupati – prosegue il sindaco Grando – per aver appreso la notizia che, nel caso fosse attivato a Cupinoro un impianto per la produzione di ecoballe, queste sarebbero poi bruciate nella centrale di Civitavecchia. Il nostro litorale sarebbe circondato da potenziali elementi di inquinamento su ogni lato, tra centrali a carbone, discariche riportate in vita, impianti di lavorazione dei rifiuti industriali e produzione di biogas. Non vogliamo assolutamente, e siamo pronti a scendere in piazza, nel nostro territorio la nascita di un polo industriale per la lavorazione dei rifiuti. Questo comprensorio da oltre un quarto di secolo paga un pesante dazio all’inquinamento dell’ambiente e del paesaggio, non permetteremo che i nostri figli crescano respirando l’aria avvelenata da carbone, plastica, rifiuti chimici e biogas. I margini di azione sono ridotti, a novembre è prevista l’asta fallimentare per la vendita delle autorizzazioni ad aprire impianti dentro Cupinoro, la mobilitazione è necessaria per far capire ai potenziali acquirenti che investire denaro sulla discarica sarebbe un pessimo affare”

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