Per capire la rilevanza politica delle cosiddette elezioni di Ostia, sarebbe il caso di dare un’occhiata ad alcuni numeri. Il X municipio comprende 231.723 abitanti di cui 84.003 a Castelfusano, a Malafede, Acilia e Casalpalocco sono 99247, all’Infernetto 29192 e Ostia antica 17167.
Leggendo qui e là i programmi dei candidati alla Presidenza del Municipio X emerge una particolarità, ossia la visione “ostiacentrica” della politica del territorio. Si parla sempre di Ostia dimenticandosi che il X Municipio non è solo Ostia ma è, al contrario, anche Ostia.
Ciò che intendiamo è confutato, in primis, dalla presenza della popolazione nei vari territori del municipio. Se sommiamo, quindi, gli abitanti dell’entroterra arriviamo a 147.720 abitanti con una maggioranza di popolazione nettissima nei territori che non sono Ostia.
La visione “Ostiacentrica” è dovuta alla presenza del mare, degli stabilimenti, all’idea che le attività produttive e commerciali si trovano principalmente vicino al mare relegando gli altri quartieri del municipio a poco più di enormi dormitori.
Se questa fosse la lettura sarebbe interessante sapere cosa ne pensano gli abitanti di Ostia Antica che con orgoglio marcano la loro identità diversa da quella ostiense propriamente detta oppure cosa pensano gli imprenditori che svolgono la loro attività nella zona industriale di Acilia e così via.
Ogni parte del Municipio dovrebbe avere una sua dignità basata sulla specificità di ogni territorio che ne fa parte. Il mare, la pineta, gli scavi di Ostia Antica, le zone residenziali popolari e non se legate da un forte vincolo di appartenenza potrebbero sostenersi e valorizzarsi a vicenda. Troppo spesso si parla dell’entroterra solo per il dissesto idrogeologico piuttosto che come territorio di passaggio per le migliaia di pendolari ostiensi che vanno al lavoro a Roma.
Una politica seria e lungimirante dovrebbe dare messaggi di coesione programmando interventi che abbiano una logica unitaria per la valorizzazione dell’intero territorio e non i soliti interventi a spot per tacitare ora questa ora quella piccola comunità che strillando più dell’altra riesce a farsi risolvere un problema limitato e contingente.
È in questo contesto che risultano piuttosto improbabili le proposte che vorrebbero Ostia comune autonomo già battute con due referendum.
Ostia è una, enorme, periferia di Roma punto e basta. Semmai spetterebbe alla Città Metropolitana cavalcarne le istanze e bisogni, ma campa cavallo…..
Andrea Ciabocco