di Alberto Sava
Giovedì 28 settembre si è tenuto un incontro con i Comuni di Cerveteri e di Ladispoli, alla presenza della Dott.ssa Clara Zaccari della ASL Roma 4, e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL della zona per la concertazione del piano sociale di zona 2017.
Le Amministrazioni comunali, rappresentate dagli assessori Francesca Cennerilli per Cerveteri e Lucia Cordeschi per Ladispoli, hanno illustrato i risultati raggiunti dai precedenti piani sociali, nonché le difficoltà che emergono nell’attuazione del piano sociale 2017.
Difficoltà essenzialmente legate anche alla capienza dei budget e alla loro ripartizione sul piano regionale e quindi a possibili carenze professionali organizzative derivanti da questa situazione. I Comuni di Cerveteri e Ladispoli hanno, congiuntamente, sottolineato l’impegno di non abbassare i livelli di prestazione e per questo hanno più volte sollecitato gli erogatori del finanziamento dei budget.
Sul fronte sindacale, informa in una nota la Cisl Fnp, le OOSS si sono dichiarate disponibili ad offrire un contributo unitario per superare gli ostacoli burocratico-finanziari onde evitare prestazioni al ribasso al di là delle intenzioni delle Amministrazioni comunali interessate”.
Per la Asl, la Dottoressa Clara Zaccari ha illustrato lo stato dell’arte della Casa della salute (exPIP) e messo in evidenza alcune difficoltà organizzative proprie della messa a regime del nuovo sistema sanitario. Le OOSS e la Dottoressa Zaccari hanno convenuto di intraprendere una campagna di informazione per spiegare le sinergie che debbono essere, e in parte lo sono già, realizzate per rendere effettivo il ciclo della salute tra l’ASL, la Casa della salute, la medicina di base e quanto altro interessato al processo.
Questo per evitare che una mancata conoscenza del ciclo porti l’utente ad avvicinarsi alle strutture che gli necessitano in modo erroneo, creando così insoddisfazione e critica sull’operato dei professionisti coinvolti. Da parte dell’ASL, invece, occorre uno sforzo continuo per superare eventuali deficit organizzativi, legati anche a carenze professionali oggettive, come ad esempio, il garantire 24 ore su ventiquattro tutti i servizi interni indispensabili al funzionamento delle erogazioni sanitarie, tipo la continuità di accesso informatico agli operatori.