Migranti, Roma rilancia il progetto FerrHotel

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Entro il primo semestre del 2018 Roma Capitale
aprira' a Tiburtina un luogo per l'accoglienza dei migranti in
transito, e non solo, nella capitale. Ad annunciare la ripresa
del progetto Ferrhotel, a margine della presentazione del
rapporto Onds 2017, e' l'assessora alla Persona, alla Scuola e
alla Comunita' solidale, Laura Baldassarre. "Stiamo lavorando per
creare vicino alla stazione Tiburtina un luogo stabile per
l'accoglienza, in particolare dei migranti transitanti - spiega
-. Abbiamo infatti una progettualita' complessiva sulla stazione
che prevede 3 interventi: in primo luogo la creazione di un
infopoint, su cui stiamo lavorando anche insieme ai due municipi
coinvolti, l'altra appunto questa struttura dell'ex Ferrhotel, su
cui abbiamo avuto rassicurazioni dal ministero dell'Interno del
finanziamento richiesto - aggiunge - il terzo e' come organizzare
meglio la distribuzione dei pasti, abbiamo ascoltato i comitati
di quartiere e le associazioni che storicamente se ne occupano da
anni". Per l'ex Ferrothel il finanziamento da parte del Viminale
e' di 500 mila euro, che verranno investiti per la
ristrutturazione dell'immobile. "Sono fondi importanti ma non
piu' sufficienti perche' la stima dei tecnici parla di un costo
maggiore, ci sono da fare lavori strutturali legati all'impianto
idraulico - aggiunge l'assessora -. Anche per questo i tempi si
sono allungati: avevamo previsto la fine dei lavori entro
quest'anno, ma abbiamo bisogno di piu' tempo. Riusciremo ad
aprirlo entro il primo semestre del prossimo anno".
L'hub sul modello Milano mai realizzato. Il progetto del
Ferrhotel come hub per i migranti sul modello Milano risale alla
giunta Marino. Lo stabile, che si trova in via Masaniello, era
stato ceduto in comodato d'uso gratuito al Comune di Roma in
tempo record (solo 3 giorni) da Ferrovie dello Stato dopo
l'afflusso straordinario di migranti nella Capitale del giugno
2015. In quel periodo, infatti, il piazzale della stazione
Tiburtina (accanto al quale sorge lo stabile) era diventato la
dimora di molti profughi che passavano per Roma, si fermavano
qualche giorno e poi continuavano il viaggio verso il Nord
Europa. Una situazione iniziata dopo sgombero della comunita'
della pace di Ponte Mammolo e aggravata dalla sospensione di
Schengen per il G7 in Germania. E che pesava sul vicino centro
Baobab di via Cupa, in grave sovraffollamento. E cosi' per
correre ai ripari prima venne creata una tendopoli nello spazio
antistante la stazione, poi il 1 luglio si annuncio', con una
conferenza stampa, l'avvio del progetto di riconversione dell'ex
Ferrhotel in centro di accoglienza. I lavori di ristrutturazione
dovevano partire a inizio luglio, durare circa un mese e costare
150/200mila euro. Nei fatti, pero', il progetto si sarebbe
arenato una volta arrivato all'esame della ragioneria del Comune
di Roma, perche' dalla stima iniziale di 150 mila euro si e'
passati a quella, piu' reale, di 600 mila.
"Vogliamo una citta' accogliente, senza divisioni tra italiani e
stranieri". "Noi vorremmo una citta' accogliente - aggiunge
Baldassarre -. Oggi abbiamo meno migranti transitanti, ma ci
sono. Dobbiamo quindi modificare i modelli di accoglienza a
seconda di come si modificano le persone. A Tiburtina, in
particolare, stiamo lavorando cercando di non creare divisioni
tra italiani e stranieri". Alla domanda se nel progetto verranno
coinvolti anche gli attivisti di Baobab experience, che portano
avanti il presidio umanitario nella parte est della stazione, e
che nei mesi scorsi hanno scritto una lettera a Ferrovie per
chiedere che il loro lavoro fosse riconosciuto, Baldassare parla
di un dialogo aperto, che va avanti dall'inizio. "Stiamo
interloquendo con loro cosi' come con i comitati di quartiere, ma
la situazione li' va migliorata - aggiunge - . A Tiburtina c'e'
anche un lavoro continuo della Sala operativa sociale, una
collaborazione tra pubblico e privato. Inoltre, stiamo garantendo
nel circuito cittadino posti per i migranti transitanti, sia nel
centro umanitario della Croce rossa che nei posti in accoglienza
del circuito cittadino".
A Roma da dieci anni manca un piano sul sociale. Baldassarre ha
poi ricordato che "l'ultimo bando Sprar non ha permesso di
coprire tutti i posti, questo e' legato anche all'eredita' di
Mafia Capitale - dice -. Intanto insieme alla prefettura abbiamo
pensato di fare un bilancio delle competenze di tutti i
richiedenti asilo e rifugiati accolti nel sistema, in questo modo
abbiamo scoperto che molti di loro sono delle risorse". Infine ha
sottolineato che "Roma sta scontando il fatto di non avere una
programmazione sul sociale: da dieci anni manca un piano sociale
cittadino, quindi la nostra priorita' e' questa - conclude -.
C'e' stato un taglio dei fondi, ma ci sono anche dei fondi, come
il nuovo accordo di programma della commissione europea, che
posso essere usati per l'attuazione dei diritti".

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