Che tempo che fa, nuvole nere su via Mecenate e su Fabio Fazio

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Previsioni del tempo di Domenica 24 settembre. Previste precipitazioni d’odio su Via Mecenate, Milano, in rapida propagazione su tutta Italia.

Non vogliamo essere volgari ma in gergo si chiamano “shit storm” per indicare critiche negative in dosi massicce che imperversano sui social media all’indirizzo di un determinato soggetto.

Stasera su Rai1, subito dopo il Tg, è verosimile che la rete ammiraglia, il suoi direttore Andrea Fabiano, il Dg Mario Orfeo, e, naturalmente Fabio Fazio saranno inondati di critiche, offese, ingiurie per quello che è sicuramente uno degli eventi più attesi della stagione televisiva. Anche perché, diciamocelo, per quest’uomo hanno fatto più d’una eccezione. Se per tutti valeva la regola della decurtazione del 10% per lui si applicano aumenti. Come? Riconoscendogli il ruolo di produttore del format in società con Magnolia e in più gli emolumenti per i diritti del format.

Eh sì, format: su questo apriamo una piccola digressione: si può chiamare format un’intervista confezionata in un certo modo, ovvero seduti ad un tavolo? Sarà il populismo, sarà l’importo “monstre” del contratto, fatto sta che la gente a casa che paga il canone “sente” di contribuire a questa pioggia di denaro sonante e si scatena su internet. Da qualche mese sotto ogni post, anche il più innocuo, che sia di promozione ad una fiction o ad un programma del mattino fioccano critiche che puntano al comico/presentatore savonese.

Certo, lui non ha fatto molto per sedare gli animi e in un’intervista rilasciata al Corriere ha azzardato una difesa che non ha sedato per niente gli animi. Alcuni passaggi meritano di essere congelati a futura memoria:

  1. Con me la Rai risparmia. Una puntata di Che tempo che fa costa 450mila euro, quasi un terzo in meno rispetto ad una fiction. Peccato che una puntata di Montalbano, costerà magari un milione e mezzo di euro ma ha una “vita” in termini di prodotto infinitamente più lunga e redditizia, tra repliche, vendite all’estero e sulle piattaforme on line. Dubitiamo fortemente che “Netflix” possa essere interessata all’acquisto dello show di Fazio e che qualcuno arda dal desiderio di fare “binge watching” con le puntate così come non riusciamo ad immaginare che in Inghilterra vedano “What’s the weather like” o in Germania “Wie spat es ist”. Quindi, caro Fazio, la risposta alla tua affermazione è: vorrei ben vedere!
  2. La realtà è che in Rai si guadagna meno che altrove. Il vero punto è il ruolo della tv pubblica, che oggi vende pubblicità come le altre. Se si decide che la Rai non deve più stare sul mercato, si può fare. Si riduce a una sola rete, si finanzia solo con il canone, sfoltisce metà dei dipendenti. Vogliamo questo? Una squadra di serie A può pagare i suoi calciatori un decimo delle rivali?” Ecco, a voler essere buoni diciamo che la metafora calcistica non si addice al servizio pubblico ed un’artista al centro di una polemica rispetto ad compenso in compenso milionario farebbe meglio ad avere un basso profilo per evitare di danneggiare l’immagine di chi quel contatto lo ha firmato.
  3. “Sarà un esperimento interessante. La media di Rai1 la domenica è intorno al 15%. Se anche si facesse il 13% con un programma di parole, sarebbe un cambio importantissimo di linguaggio”. Ancora una volta persa la buona occasione di tacere con l’aggravante di dare i numeri, nel senso degli obiettivi di share. Nomina il direttore Fabiano e la vicedirettrice Rosanna Pastore (così almeno sappiamo con chi dobbiamo prendercela): sarebbe stato più corretto lasciare a loro l’onere e l’onore di esplicitare gli obiettivi sperati. Non averlo fatto ha i suoi motivi ma Fazio evidentemente non li ha capiti.
  4. Il programma è pressoché pagato interamente dalla pubblicità”. Siamo passati da “la Rai con me risparmia” a “pressochè”, un capolavoro degno della “supercazzola” di “Amici miei”
  5. “Ho un contratto di 4 anni e poi basta”. Anche su questo si è scatenato l’inferno. Il Giletti furioso, fa notare in un’intervista questa disparità di trattamento che non ha precedenti: per tutti gli altri artisti i contratti viaggiano di due anni in due anni con opzioni di rinnovo. Con Fazio no, giamma, 9 milioni di euro in 4 anni devono essere sembrati un affare a tutti tranne che a Michele Anzaldi che sta perdendo l voce dietro quelli che definisce senza mezzi termini uno scandalo. Anche Carlo Conti pare non abbia gradito la disparità di trattamento: si legge così la sua mancata presenza alla presentazione dei palinsesti! Un messaggio piuttosto chiaro che chissà se verrà colto. Ma diamo al pubblico ciò che è del pubblico e aspettiamo trepidanti stasera per il debutto dello show più chiacchierato della stagione sperando che le nuvole minacciose  che si vedono all’orizzonte non facciano annegare il cavallo di Viale Mazzini.

    Tv Bob

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