Roma, 22 settembre, la mobilità è insolitamente paralizzata nl quadrante nord della città e non se capisce il motivo.
La Via Salaria, solitamente congestionata, ha raggiunto livelli di paralisi totale. Ma stavolta non è semplice traffico perché, all’altezza dell’impianto AMA di Via Salaria 981 è in atto una protesta, pacifica ma decisa dei cittadini di Villa Spada, Fidene, Castel Giubileo, Colle Salario, Serpentara, esasperati dai miasmi dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico che appestano la vita di oltre 40.000 abitanti da quasi sette anni ormai.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso l’ultimo fallimentare incontro con l’Assessora Pinuccia Montanari avvenuto due giorni fa e che ha visto toni accesissimi.
Con un dietrofront che ha dell’incredibile, i paladini dell’ambiente pentastellati, che in campagna elettorale si erano schierati dalla parte dei cittadini urlando slogan come “Chiudere l’impianto” adesso che si trovano dall’altra parte della barricata a governare con il solito impaccio che li caratterizza arrivano a proporre una soluzione assurda che riporta indietro la situazione di anni.
In virtù di un non ben precisato assunto affermano di non aver chiara la situazione sulla provenienza dei miasmi e propongono l’installazione di “nasi elettronici” per una corretta individuazione del problema. La tensione durante l’incontro è salita alle stelle e i “BUFFONI” si sono sprecati all’indirizzo dell’assessora e del DG di AMA Bini che di assumersi la responsabilità di essere il produttore di miasmi non ne vuol sapere.
I comitati di quartiere fanno notare l’assenza dell’assessore all’urbanistica Mimmo D’Orazio, fino a due anni fa in prima linea ad urlare per la chiusura dell’impianto, in quanto presidente del Comitato di quartiere Serpentara e che, adesso, si guarda bene dal farsi vedere in pubblico limitandosi a postare il buon operato dei 5Stelle nel III Municipio dalle aiuole bene rasate. Soldi sprecati e la netta impressione che si voglia ritardare la soluzione del problema ben oltre la data del 2019 e ben oltre il raggiungimento del 70% di indifferenziata che, ai ritmi di crescita attuali (lo 0,1%) appare già un’utopia.
Per i cittadini si è trattato di un vero e proprio affronto che li ha spinti al blocco “pacifico” dell’ingresso dei tir che conferiscono l’immondizia all’impianto paralizzando, di fatto, tutta la circolazione.
“E’ incredibile e offensiva la proposta di installare i nasoni” dicono in coro i partecipanti alla manifestazione. E ancora “Cosa voglio annusare questi fantomatici nasoni che non sia chiaro a tutti, se la puzza è marcia e di immondizia, da dove può provenire se non da un impianto che tratta più di 300mila tonnellate l’anno?”.
Si prospetta un autunno incandescente anche perché i Comitati, compatti, dicono chiaramente che il tempo delle promesse è finito e che questa è solo la prima tappa di una protesta che ha come obiettivo il Campidoglio. “Se non la sentono perché troppo distanti porteremo la puzza fino alla sindaca Raggi” urla una madre esasperata che fa ci fa notare che l’impianto, che, effettivamente, anche durante la protesta, emana un fetore insopportabile, dista meno di 100 metri da un asilo nido.
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