Per i mercati generali dell’Ostiense riparte la solita fiera degli annunci che ormai dura da quasi 8 anni anni, mentre in quell’area continuano a ballare topi e il degrado stringe la gola di chi attraversa quel magnifico ponte dell’Ostiense che Alemanno inaugurò in pompa magna nel giugno 2012 su un progetto pianificato da Veltroni.
Con Virginia, anche oggi, il coro della Forza del Destino di Giuseppe Verdi si invera “partiam partiam…” un coro che nel reiterato annuncio a fatica si stacca dal proscenio.
Oggi la passerella è toccata a Virginia Raggi con l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori.
«Dopo 15 anni di abbandono ricuciamo un pezzo di città – ha detto la Raggi che non disdegna la retorica curiale- gli ridiamo vita con un progetto di rilancio serio a conclusione finalmente certa. Il Campidoglio ricomincia a dettare le regole e lo fa anche sull’urbanistica, che in passato talvolta e’ stata anche usata come moneta di scambio. Stiamo dimostrando che si può investire a Roma ma lo si deve fare tenendo conto dell’interesse dei cittadini.»
Brava sette più. Se non fosse che il 12 giugno del 2014 qualcuno si espresse negli stessi termini. Parliamo del tanto esecrato Ignazio Marino e dell’allora assessore capitolino alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo, peraltro collega dell’attuale assessore all’Urbanistica Luca Montuori ed entrambe insigni docenti a l’Università Roma 3.
Allora alla kermesse, tutti muniti di caschetto giallo protettivo (forse per timore che gli cadesse in testa qualche calcinaccio se non di peggio) si presentarono anche l’allora rettore di Roma Tre, Mario Panizza, i costruttori Claudio ed Enrico Toti – proprietari della Lamaro Appalti e concessionari dell’area – e il presidente dell’VIII Municipio, Andrea Catarci.
Tutti spiegarono che l’intervento di riqualificazione riguarda un’area di 85.500 metri quadri e che l’investimento privato è di circa 330 milioni di euro e, solo nella fase dei lavori, vedrà impegnate circa 1.400 persone tra operai e indotto, mentre a regime darà vita ad un polo integrato idoneo a rilanciare l’occupazione e a favorire la socialità e la vivibilità del quartiere.
Nel frattempo al nuovo progetto lavoravano alacremente il Laboratorio di Progettazione, coordinato dagli architetti Stefano Cordeschi e Michele Furnari, coadiuvati da giovani ricercatori della Roma 3, un progetto preliminare di variante senza aumento di superficie.
Il Sindaco Ignazio Marino, anche lui prolifico di annunci, disse «finalmente dopo 9 anni ( da allora ad oggi vuol dire almeno 12 di anni,ndr ) appare avviata per la rigenerazione dell’area degli ex Mercati Generali, è senza dubbio una notizia positiva. Quei cantieri fermi per anni sono stati una ferita profonda per la città. Oggi anche in questo quadrante si apre una fase nuova che vogliamo porti, in tempi brevi, una trasformazione in grado di garantire più servizi e più spazi dedicati ai cittadini».
Caudo aggiunge che «a gennaio (2015 ndr) il cantiere sarà operativo e vorremmo terminare i lavori entro il 2018.» Poi Marino fu sfiduciato dal Pd ed esplose il caso del ‘mondo di mezzo” . Si sa come tutta la storia è andata a finire.
Il progetto in project financing, e quindi privato ma con riserva di spazi pubblici fra cui una bella fettina proprio a un Pensionato per studenti per Roma 3, negli anni ha subito varie modifiche e costosi aggiornamenti, mentre le strutture dei mercati marcivano sotto un ponte costato quasi 15 milioni di euro.
Anche Alemanno nell’agosto 2009 diede il via libera a quei 200 milioni di investimento privati per uno dei progetti più cari a Veltroni. L’avvio dei cantieri era previsto subito dopo quella estate e i lavori dovevano essere consegnati entro la fine del 2010.
Diamo atto alle nobilissime intenzioni della amministrazione grillina che deve abbozzare con i privati per concludere qualcosa, ma sino ad oggi di macchine movimento terra e gru se ne sono viste ben poche. In compenso abbiamo assistito ad un’alacre (e costoso) lavoro di diversi studi di progettazione compresi quelli della Università Roma3, perché gli assessori e i professori cambiano, ma l’Università resta.
Giuliano Longo