Roma, ecco il piano di superamento dei campi rom (dedicato alle tre sorelle morte)

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Il piano per il superamento dei campi rom del Campidoglio, contenuto in una delibera approvata dalla giunta Raggi e presentato oggi, è stato dedicato alle tre sorelle rom, di 4, 8 e 20 anni, morte il 10 maggio scorso nel rogo di un camper in un parcheggio di un centro commerciale a Centocelle.

 

“Questo piano è dedicato alle sorelle morte a Roma perché non avvenga mai più”, ha detto l’assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale Laura Baldassarre presentando il piano in una conferenza stampa in Campidoglio con la sindaca Virginia Raggi. Il piano, mirato a rimuovere l’approccio esclusivo adottato sino a oggi per i campi, mettendo fine alla logica assistenzialista, partirà dai campi ‘La Barbuta’ e ‘La Monachina’. Per realizzarlo saranno utilizzati fondi europei già destinati per queste finalità e che, in caso contrario, andrebbero persi. Il percorso poggia su quattro elementi chiave: scolarizzazione; occupazione; salute; abitazione. Un approccio che sarà garantito tramite sinergie e coinvolgimento di tutte le istituzioni competenti: dalla Asl sino all’Ufficio scolastico provinciale.

 

Il profilo attuativo sarà agevolato dalla conoscenza dettagliata di tutte le persone che popolano i campi. Si è infatti concluso, per la prima volta, il censimento dei campi, realizzato dalla Polizia locale, da cui emerge che ad oggi, negli attuali nove villaggi, la popolazione Rom è pari a 4.500 persone. Sono previste misure temporanee a sostegno delle persone Rom, Sinti e Caminanti in condizioni di fragilità che accompagni il processo di superamento dei campi. Gli interventi saranno finanziati con le risorse disponibili su fondi strutturali e di investimento europei (Sie). Sono ammesse alle misure le persone Rom, Sinti e Caminanti, cittadine italiane o straniere, presenti nei campi/villaggi della solidarietà di Roma Capitale ed inserite nell’ultimo censimento redatto dalla Polizia Locale di Roma Capitale (gennaio- febbraio 2017), che versino in condizioni di grave fragilità sociale.

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