MotoGP: Rossi è il vero vincitore di Austin. Classifica e commenti

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La costanza è una virtù fondamentale. Denota la nostra serietà, la nostra capacità di mantenere gli impegni presi. Valentino Rossi ha tanti difetti, questo è innegabile, così come moltissimi pregi, tra i quali vi è proprio la continuità. È stata la sua arma vincente nel corso degli anni, anche se negli ultimi tempi la progressiva mancanza di velocità pura, dovuta sicuramente all’avanzare dell’età, lo ha penalizzato in diverse occasioni.

Ma quando si tratta di sfruttare le situazioni favorevoli e fare sfoggio dell’esperienza di un’intera vita passata in sella alle moto l’idolo di Tavullia non è secondo a nessuno. Del resto, sappiamo tutti di cos’è capace quando il feeling col suo mezzo è pressoché perfetto. Lo ha dimostrato nel 2004, quando ha portato la Yamaha alla vittoria del titolo mondiale contro ogni aspettativa, e in varie occasioni nella sua lunga carriera.

VALENTINO ROSSI IN TESTA

Mentre i suoi diretti avversari devono fare i conti con vari ritiri dovuti a cadute o a problemi meccanici, Rossi continua a incamerare punti pesanti, e pur non dimostrandosi più vincente come nei tempi migliori riesce a ottimizzare le sue prestazioni. Lo dimostra il fatto che adesso è lui in testa al campionato, con 6 punti di vantaggio sul suo compagno di squadra Maverick Vinales, vittima di una caduta che lo ha costretto al ritiro, pur non avendo ancora vinto una gara in questo 2017.

Un incidente che nemmeno lo stesso spagnolo riesce a spiegarsi, anche se è possibile dedurre attraverso le immagini televisive che il pilota Yamaha abbia effettivamente commesso un errore, andando troppo largo in curva e dunque sbilanciandosi con la moto, finendo poi per scivolare a terra.

MARQUEZ VINCE UNA TAPPA DEL MOTO GP

In tutto questo abbiamo assistito al ritorno in auge delle Honda, che con Marquez ha dominato totalmente la scena, dopo un duello tra questi e il compagno di squadra Daniel Pedrosa nelle prime fasi. Quest’ultimo ha dovuto poi cedere il passo al giovane campione e a un Rossi scatenato nelle ultime tornate, nonostante la penalità di tre decimi di secondo subita dall’urbinate sul suo tempo finale per un contatto con Johann Zarco (Monster Yamaha Tech3) e il vantaggio tratto dal conseguente taglio di curva.

Manovra che ha suscitato pareri contrastanti tra i piloti e i critici, con Rossi che ha bacchettato il giovane francese per essere stato troppo “irruente”: «Zarco deve stare attento. Questa non è la Moto2 …». Il ventiseienne si è difeso dicendo che la manovra, forse un po’ al limite, è stata necessaria, nel tentativo di mantenere il ritmo delle Honda. Tant’è che comunque il fatto, penalizzazione inclusa, non ha cambiato il risultato finale.

DUCATI DELUDENTE

Corsa invece deludente per le Ducati ufficiali, che non vanno oltre il sesto e il nono posto rispettivamente con Dovizioso e Lorenzo, quest’ultimo costretto a dover fare i conti con le sue difficoltà di adattamento alla moto italiana, anche se in questa occasione ha mostrato buoni progressi.

TEMPO DI BILANCI 

Valentino Rossi ha dimostrato progressi considerevoli in qualifica, piazzandosi finalmente in prima fila in questa stagione, pur lontano da Marquez e dal compagno di squadra Vinales.

Ancora gli manca il passo veloce sul giro secco, come da lui stesso ammesso, anche se i fatti ci dicono che in gara non è tanto lontano dai due spagnoli. Più passa il tempo, più The Doctor sembra prendere confidenza con la moto, e questo si vede dal risvolto positivo dei suoi risultati.

Marc Marquez ci ha dato la prova lampante che è sempre lui il principale candidato al titolo, anche se quest’anno la sua forza si è vista fortemente ridimensionata dall’evidente step evolutivo tecnico e agonistico della Yamaha, soprattutto con l’acquisto di Maverick Vinales. Resta comunque il pilota più completo sulla piazza, quello che sa coniugare al meglio la sua già considerevole esperienza e la sua freschezza giovanile (come il Rossi dei tempi d’oro).

Tuttavia, il “piccolo” Maverick sembra avere la stoffa per poter diventare l’avversario numero uno del suo connazionale. Certo, gli manca ancora la costanza e la pazienza proverbiali dei campioni, ma è giovane, e ha ancora molto tempo per migliorare, anche se dovrà a tutti evitare di fare gravi errori come quello di Austin se vorrà continuare ad accarezzare il sogno mondiale in questa annata.

La Ducati purtroppo continua a dimostrare mancanza di consistenza a lungo termine, nonostante l’enorme aumento di competitività rispetto alle stagioni precedenti. In Texas Andrea Dovizioso ha sofferto a causa delle caratteristiche della pista, che non erano congeniali alle caratteristiche della Desmosedici, mentre Jorge Lorenzo ci ha dato finalmente qualche segnale positivo concludendo nono, e non tanto lontano dal suo compagno di squadra. Per la Casa italiana sarà un’altra stagione di transizione, molto probabilmente, dove dovrà macinare chilometri su chilometri e raccogliere dati importanti per poter puntare a un 2018 al top, ma ci possiamo comunque aspettare non pochi sprazzi di alta competitività (come in Qatar).

Una sfida, dunque, che sembra limitata alle Honda e alle Yamaha, e con una Ducati pronta a comportarsi da elemento di disturbo per i due squadroni giapponesi in varie occasioni. E anche i “privati” sembrano in grado di regalare alcune sorprese, soprattutto Cal Crutchlow della LCR Honda e Johann Zarco della Yamaha Tech 3, brillanti in questo avvio di stagione, così come la Suzuki con Andrea Iannone, spesso velocissimo.

Ma Rossi ha possibilità di vincere il mondiale? Dice un detto: chi va piano va sano e va lontano. In questo inizio di stagione Valentino ha dimostrato la sua maturità agonistica privilegiando una guida tattica e tranquilla (ma con sprazzi di classe e grinta, come contro Zarco e Pedrosa nell’ultima gara dispotata), a differenza dei suoi diretti rivali, in particolare Marquez e Vinales, che, prede della foga giovanile, sono incappati in errori e scivoloni (veri e propri) di troppo. E’ pur vero che si potrebbe benissimo trattare di episodi isolati, e che dalla prossima gara potrebbero tornare a essere i soli in lotta per il titolo, lasciando al veterano le briciole.

Ma è proprio questo il bello del nove volte campione del Motomondiale: nella sua lunga carriera ha più di una volta ribaltato pronostici a lui avversi, regalandoci alcuni dei momenti più eccitanti dell’intera storia delle competizioni su due ruote. The Doctor è ancora in grado di fare la sua proverbiale magia? Solo il tempo ce lo dirà.

 

CLASSIFICA MONDIALE DOPO IL GP DELLE AMERICHE

  1. Valentino Rossi (Yamaha) 56 pts.
  2. Maverick Vinales (Yamaha) 50 pts.
  3. Marc Marquez (Honda) 38 pts.
  4. Andrea Dovizioso (Ducati) 30 pts.
  5. Cal Crutchlow (Honda) 29 pts.
  6. Daniel Pedrosa (Honda) 27 pts.
  7. Johann Zarco (Yamaha) 22 pts.
  8. Jonas Folger (Yamaha) 21 pts.
  9. Scott Redding (Ducati) 21 pts.
  10. Jack Miller (Honda) 21 pts.
  11. Danilo Petrucci (Ducati) 17 pts.
  12. Alvaro Bautista (Ducati) 14 pts.
  13. Jorge Lorenzo (Ducati) 12 pts.
  14. Aleix Espargaro (Aprilia) 10 pts.
  15. Andrea Iannone (Suzuki) 9 pts.
  16. Loris Baz (Ducati) 9 pts.
  17. Karel Abraham (Ducati) 8 pts.
  18. Tito Rabat (Honda) 8 pts.
  19. Héctor Barbera (Ducati) 8 pts.
  20. Alex Rins (Suzuki) 7 pts.
  21. Pol Espargaro (KTM) 2 pts.
  22. Bradley Smith (KTM) 1 pt.

 

Simone Pacifici

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