Il valore della famiglia, gli affetti più cari che ti accompagnano nella quotidianità, e l’individuo – anche te stesso – da mettere sempre al centro. È un viaggio nel tempo – e nella vita con salite e discese – quello che fa Veronica Tranfaglia nel libro Maritè non morde (Compagnia Editoriale Aliberti – Pag. 144 – 16,00 euro).
IL VIAGGIO CON MARITÈ
L’autrice ci accompagna in questa storia, ci prende per mano e ci fa scoprire emozioni e sensazioni, la forza e il coraggio, i dubbi e le paure, che si nascondono anche dietro un neonato. Maritè ha la sindrome di Down, potrebbe sembrare piccola e indifesa, ma è lei a dettare i tempi, le attese e le speranze.
La nascita porta con sè sempre tanta gioia, ma quando ti ritrovi davanti a una diagnosi medica che suona come una sentenza a vita non sempre hai la forza immediata di rialzarti. Ma c’è chi ti prende per mano, una figlia, un’amica, un genitore, tuo marito. E giorno per giorno, passo dopo passo, cambia il tuo modo di guardare il mondo.
CAMBIA/MENTI
Ed è questo quello che capita alla mamma di Maritè, lei per prima comincia ad amare e a vedere tutto con occhi diversi, quegli stessi occhi che ha la sua bambina. Occhi speciali, che sanno apprezzare ogni piccolo dettaglio.
Il libro è una scoperta, o meglio una riscoperta dell’essere madre non di una ma di tre figlie ed essere anche e ancora figlia. Tornare con la mente agli insegnamenti dei propri genitori, a quel cordone ombelicale che non si spezza con la nascita. Piccole pillole di saggezza e riflessione sparse qua e là, come le frasi che aprono ogni capitolo!