Intervista al vetriolo dell’ex assessora all’ambiente Paola Muraro

0

L’ex assessora all’ambiente Paola Muraro è «contenta di essere fuori dalla politica», ma questo non le impedisce di togliersi qualche sassolino dalla scarpa nel corso della sua intervista a Repubblica Tv.

Un sospiro di sollievo più o meno sincero per una signora dall’indubbio profilo tecnico sottoposta per mesi a una martellante campagna stampa (non ultima Repubblica), prima per la sua decennale e ben pagata consulenza con Ama, con Panzironi e in parte Fortini, poi per i suoi collegamenti con il re della monnezza quell’avvocato Cerroni, i cui impianti sono ancora indispensabili per non far annegare la Capitale nei rifiuti.

L’INDAGINE CHE FECE CROLLARE LA MURARO

Infine per quella un’indagine aperta nei suoi confronti proprio per i fatti che risalgono alle sue consulenze in Ama.

Quando a metà dicembre fu accertata l’iscrizione della Muraro nel registro degli indagati, dopo una strenua difesa della sua assessora durata mesi, la sindaca accettò  le sue dimissioni. Eppure l’indagine risaliva al luglio dello scorso anno, di qui la fuga di notizie dalla Procura che la tennero in scacco per cinque mesi.

Nel corso dell’intervista la Muraro non lesina dubbi sulla trasparenza delle nomine dei 5stelle citando quella recente, che deve ancora venir approvata dal cda di Acea, dell’avvocato Lanzalone alla presidenza della multiutility.

«Devo dire su questo sono un po’ critica» afferma diplomaticamente aggiungendo: «L’ho conosciuto lo scorso agosto in una riunione fatta alla Camera, penso fosse conosciuto per entrare alla Camera».

Ma poi fa una osservazione che giunge al nocciolo del problema  «quello che appare da queste nomine è che non ci sono romani. Possibile che a Roma non abbiamo professionisti o tecnici che non riescono a sedere in un Cda? Lo dico da romana di adozione».

IL RUOLO DI GRILLO E CASALEGGIO

Rispondendo alla domanda se Beppe Grillo e Davide Casaleggio stiano ‘decidendo da lontano’ le sorti della Capitale non nasconde i suoi dubbi.

«Diciamo che mentre noi eravamo in trincea a vedere e risolvere i problemi di Roma, qualcun altro da un’altra parte d’Italia, faceva i programmi. Io mi son sentita tradita in questo modo qui».

Perché «ero un tecnico prestato alla sindaca, la politica la facevo fare alla sindaca (ma) vorrei che il Movimento rispettasse il programma elettorale».

Insomma, nomine calate dall’alto come quella della assessora che le è succeduta, Pinuccia Montanari, calata fresca fresca da Genova e Reggio Emilia dove ha ricoperto deleghe analoghe.

Qui, la Muraro non si risparmia una frecciata al veleno: «Starà facendo…, però mi permetta, una persona che viene da fuori Roma non può sapere nemmeno quanti Municipi ci sono. Sono due realtà (quelle da cui proviene la Montanari ndr)  dove si vive benissimo, ma Reggio Emilia non è nemmeno un Municipio di Roma, non è un metro di misura che si addice a questa città…».

Quanto al direttore Stefano Bina, recentemente confermato nell’incarico, diviene maternamente ironica: «Ha lavorato in una municipalizzata di circa 200 addetti, la cifra la dice tutta, in una città come Voghera. Qui deve avere il tempo per carburare» in una municipalizzata come Ama che di dipendenti ne ha 8.000.

AMA & DINTORNI

Lei avrebbe voluto «togliere l’osso rifiuti a tutto il mondo che ci lavora», affaristi con  «società al livello italiano ed estero, fra cui i trasportatori polverizzati in una miriade di ditte». Per quanto riguarda l’impiantistica ricorda che con lo streaming dello scorso fine luglio «abbiamo fatto vedere ai cittadini quelli che erano gli stabilimenti Ama.

Pensate che sia cambiato qualcosa? Andate a vedere ora gli stabilimenti, non è cambiato nulla».
Lasciando intendere che attualmente gli impianti esistenti sono mal tenuti e senza una manutenzione adeguata, come già sottolineato dalla Regione.

Alla fine Paola Muraro se ne è andata senza rimpianti tranne quelli di «non aver dato parola ai lavoratori Ama». ma soprattutto «non aver risolto il problema della Multiservizi.

È un peso che mi porto dentro, perché ci soffrono migliaia di famiglie, molte le ho conosciute e viste piangere, togliere il lavoro a delle persone per darlo ad alcune cooperative esterne fa male, spero che qualcuno ci pensi».
Giuliano Longo

È SUCCESSO OGGI...