Il fedelissimo della sindaca Raggi colui che aveva dichiarato di essere stato lo spermatozoo che ha fecondato il Movimento 5stelle romano, è finito in manette per corruzione. Un’altra tegola su Virginia Raggi dopo che mercoledì la polizia si era recata in Campidoglio per acquisire atti e documenti nell’ambito di un’inchiesta della procura per verificare la regolarità di alcune nomine. Ma anche dopo le dimmissioni dell’assessora all’ambiente Muraro raggiunta da un avviso di garanzia. Quanto basta a far saltare i nervi al Raggio Magico di cui Marra fa parte insieme a quel Romeo, anche lui ‘attenzionato’ dalle indagini per la sua anomala scalata da impiegato comunale a capo della segreteria della sindaca con il triplo dello stipendio.
Marra sarebbe finito al centro di un’indagine sulla compravendita di una casa Enasarco insieme al costruttore Sergio Scarpellini. Per la precisione va detto che la vicenda oggetto d’indagine risale a quando Marra era Dirigente in Campidoglio con la giunta Alemanno e riguarda l’acquisto di una casa Enasarco nel quartiere di Prati Fiscali da parte di sua moglie. Una casa di oltre 150 metri quadri che, secondo l’accusa, sarebbe stata pagata con due assegni per un totale di 350mila euro provenienti da un conto di Scarpellini. Marra e’ tuttora residente in questo appartamento e qui e’ stato arrestato stamani, mentre la moglie col resto della famiglia risiede invece a Malta dal 2015. Secondo gli inquirenti per l’acquisto della casa Enasarco la mogle avrebbe beneficiato del 40% di sconto riservato agli inquilini pur non essendo residente in quello stabile.
Sin qui l’ accusa, almeno da quanto trapelato, se non fosse che Raffaele è un pezzo da 90 di questa amministrazione. Da subito inserito in un ruolo chiave di vicecapo di gabinetto con allora a capo per poche settimane l’attuale vice sindaco Frongia , Marra viene stato spostato alla direzione del dipartimento strategico delle risorse umane. Il suo nome aveva fatto storcere il naso di molti all’interno del Movimento subito dopo l’enormemente di Virginia, fra i quali la on. Daniela Lombardi che dopo la boutade di Raffaele sullo spermatozoo lo aveva definito “il virus che ha infettato il Movimento 5 stelle”.
La nostra testata Cinque ebbe modo di seguire la carriera di Marra dal 2011 perché il curriculum e le sue opere sono estremamente ricche ed interessanti per il vorticoso cambio di mansioni e competenze sino ai giorni nostri. Infatti l’ ex ufficiale della Guardia di Finanza, nato nel ’72, proviene da quella fucina di menti e manager amici di Alemanno quale fu l’UNIRE (ente per la promozione delle razze equine) allora governato dal fedelissimo Panzironi ex Ad dell’Ama ancora in galera per la vicenda di mafia capitale. Nel periodo in cui Alemanno fu ministro dell’Agricoltura dal 2001 al 2006 lui iniziò la carriera come suo portaborse per poi dirigere l’importantissima (si fa per dire) area galoppo. In verità le sue ambizioni erano ben altre perché, come ebbe a dichiarare nel corso di una sua recente intervista «Monsignor D’Ercole (prelato noto allora per la sua prossimità agli ambienti di destra, ndr) mi presentò Alemanno per aiutarmi a entrare nei servizi segreti.» Ambizione corroborata dalla sua precedente esperienza nei pattugliatori marittimi della Finanza a Pratica di Mare.
Fatto sta che con la vittoria di Gianni nella primavera del 2008, Raffaele passa dall’ippica alla direzione delle politiche abitative del Campidoglio con il modesto emolumento di 118.000 euro annui, mentre il fratello Renato, oggi nominto dirigente capitolino al Turismo, vince un concorso a dirigente della polizia municipale. Fu durante il suo incarico alle politiche abitative che il Comune decide di comperare da Massimo Ferrero (detto Viperetta) grande immobiliarista e oggi presidente della Samp, il comprensorio di via Marcio Rutilio. L’idea c’è e Marra la caldeggia. Solo che trova l’opposizione del Pd che denuncia «una gigantesca speculazione dai contorni oscuri». Infatti per comprare le tre palazzine tra la Casilina e la Togliatti, la giunta aveva stanziato oltre 49 milioni per un complesso residenziale che nel 2005 era stato venduto a Viperetta per 15 milioni. L’operazione salta e nel maggio 2010 Raffaele si dimette, pare per dissensi con l’allora assessore Atoniozzi e minacce nei suoi confronti dai movimenti degli sfrattati.
Ma non resta disoccupato perché nella stessa primavera di quell’anno si trasferisce quale consulente in Rai al controllo gestionale, alle dirette dipendenze dell’allora direttore generale Mauro Masi. Incarico nel quale non deve aver brillato gran che, se dopo poco tempo gli viene suggerito di cambiare aria previa la solita pingue liquidazione di mamma Rai. Così viene chiamato in Regione da Renata Polverini alla direzione (ma è un vizio…) del personale e incrementa lo stipendio a 155.000 euro annui. Scoppia la crisi e Renata, che recentemente lo ha definito un funzionario solerte e preparato, dà le dimissioni, ma questo non le impedisce di conferirgli last minute la qualifica di dirigente già contestata dall’allora consigliere regionale Enzo Foschi.
Arriviamo al 2013 e ce lo ritroviamo riciclato con l’amministrazione Marino creando malumori nella maggioranza del marziano, tanto che, fiutata l’aria, Marra decide di prendersi un biennio di aspettativa per studio. Un biennio operoso durante il quale intrattiene amichevoli rapporti con quel Salvatore Romeo impiegato comunale, ma grillino della prima ora, che ha le entrature giuste nel settario mondo dei 5stelle. Un sodalizio contraddistinto da cartoline affettuose di augurio a Raffaele e famiglia durante i soggiorni maltesi. La fruttuosa cooperazione fra l’impiegato comunale e il dirigente in aspettativa deve aver dato un robusto supporto di esperienze amministrative al gruppo consiliare 5 stelle allora alla opposizione con la la Raggi e l’attuale vicesindaco Frongia.
Il resto è cronaca che in ogni caso va presa con le dovute cautele. Semmai è la valutazione politica che conta. Ammonita da parte dei suoi, martellata dai reportage su Marra, buon ultimo quello di Fittipaldi sull’Espresso, bombardata dagli esposti contro il suo raggio magico, pesante n quello della ex capo di gabinetto, la magistrata Rainieri dimissionata, resta l’interrogativo. Cosa ha indotto Virginia (che pochi minuti già ha scaricato Raffaele in quanto privo di incarichi politici) ad una scelta così pervice dei due, Romeo e Marra, che peraltro non vantano titoli eccelsi per accedere alla stanza capitolina dei bottoni? E’ su questo quesito che si consumerà la lotta interna ai 5 stelle che al loro interno e fra conciliaboli opachi, ne sanno di più di quanto lasciano intendere.
Giuliano Longo