Sanità, Zingaretti: «Conti in ordine, ma ora serve ricostruzione concreta»

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Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti  ha aperto il Consiglio regionale straordinario sulla sanità dopo aver spiegato che in questi tre anni in qualità di commissario ad acta  ha firmato oltre 1.800 decreti «con lo scopo di ridare credibilità al sistema sanitario regionale, riportare in ordine i conti, cercare di fermare la de-costruzione del settore, che soprattutto nelle province ha subito gravi ripercussioni sul personale.» Il tutto «per arrivare dove siamo oggi: la fase della Ricostruzione.» Per il secondo anno consecutivo sono stati presentati  i Programmi operativi, l’ultimo del 10 novembre già consegnato al Governo» che dovrebbe approvarlo perché  «sono il cuore di quello che avverrà nella sanità del Lazio da qui a fine legislatura (nel 2018 ndr)»

 

 

Per Zingaretti i due obiettivi fondamentali sono  proseguire l’azione di risanamento ed equilibrio finanziario avviando la ricostruzione concreta del sistema. Intanto, ha ammesso che «rimangono immensi problemi da affrontare, tra cui la gestione delle liste d’attesa.» I dati indicano che  «ci sono timide inversioni di tendenza, e  nel 2015 il 50,1% delle prestazioni monitorate era erogato entro i tempi massimi, ma questo significa, leggendo al contrario il dato, che il 50% delle prestazioni sanitarie nella nostra regione non è offerto nei tempi previsti dalla legge» . Per superare questa situazione «stiamo preparando un nuovo decreto, ma per renderlo credibile dovremo investire risorse e assumere nuovo personale e quindi occorre è un patto alla luce del sole con gli operatori. Il tema è molto semplice – aggiunge il presidente- non si può accettare che una visita viene fissata dopo 7-8 mesi, mentre se è a pagamento, nello stesso luogo viene fissata per il giorno dopo. I macchinari ci sono, e se mancano li acquistiamo, il personale sta arrivando e se serve lo assumeremo.» Ma aggiunge perentorio Zingaretti  «è tempo di un patto con gli operatori sanitari e per un obbligo pubblico che leghi la possibilità di effettuare l’intramoenia solo nei presidi che sono in regola con i tempi minimi sanciti dalla legge.» Infine ha spiegato che «nel 2006 il disavanzo della sanità regionale sfiorava i 2 miliardi di euro, l’anno successivo fu sottoscritto il piano di rientro e quando siamo arrivati nel 2013 il disavanzo sfiorava circa 670 milioni, nel 2015 è sceso a 332 milioni e la stima per il 2016 è un dimezzamento: ci dovremmo attestare sui 160 milioni… un risultato straordinario al quale ha contribuito anche il presidente Renata Polverini con alcune scelte compiute.»

 

 

Fra le voci della opposizione quella del Capogruppo di Forza Italia  Antonello Aurigemma  per il quale  la riduzione del disavanzo  è dovuta anche ai 400 milioni ottenuti a seguito dell’adeguamento demografico grazie ad un ricalcolo della popolazione. Inoltre, dopo aver ricordato la positiva abolizione del ticket regionale che riguarda solo alcune prestazioni, ha aggiunto  «Zingaretti dovrebbe anche ricordarsi che i cittadini del Lazio pagano l’irpef piu’ alta d’Italia (e’ al 3,3)» Per quanto riguarda  le case della salute l’obiettivo era quello di evitare l’ intasamento dei pronto soccorso «ma – prosegue- nella realtà delle 11 case aperte, alcune sono operative dal lunedì al venerdì fino alle 18, il sabato solo la mattina e la domenica restano chiuse.» I cittadini presentano il conto di quattro anni di sprechi e inefficienze: la sua gestione sanitaria è tanto fumo e poco arrosto. Lei è la brutta copia di Renzi e ha usato la sanità pubblica come un bancomat”. Lo ha detto il consigliere regionale del M5S Davide Barillari rivolgendosi al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti alla ripresa dei lavori del consiglio straordinario sulla Sanità nel Lazio.

 

 

“Il Lazio è la peggiore regione d’Italia e voi avete il coraggio di venire in aula a raccontarci che va tutto bene. Dire che il Lazio ha i migliori risultati d’Italia vuol dire che non avete un buon sistema di monitoraggio e che interpretate i dati soltanto come conviene a voi – ha aggiunto Barillari – Ci sono centinaia di foto di inaugurazioni e sale tirate a lucido soltanto per quel giorno: noi siamo andati in quegli ospedali dopo le vostre finte inaugurazioni. Nei pronto soccorso ci sono 8 o 10 ore di attesa: avete speso milioni di soldi pubblici per ristrutturarli e poi lasciare l’emergenza”. Alcune fonti “dicono che non si esce dal commissariamento per lotte interne al Partito Democratico ma l’ipotesi più accreditata è che l’uscita dal commissariamento avverrà poco prima delle elezioni regionali” per utilizzare questo “a fini elettorali”, ha concluso Barillari.

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