Doveva essere fra le società capitoline partecipate da dismettere, almeno nelle intenzioni di Ignazio Marino, poi Assicurazioni di Roma (Adir) è rimasta nel limbo fra color che son sospesi sino all’avvento di Virginia Raggi che assicura pane e lavoro a tutti i 63mila fra comunales e dipendenti delle municipalizzate, almeno per i prossimi cinque anni. Così il presidente di Assicurazioni, Gennaro Olivieri, si è presentato in commissione Bilancio presieduta da Marco Terranova (M5S), spiegando che dal 1994 al 2016 la mutua assicuratrice del Campidoglio «ha corrisposto 5 milioni di euro all’anno a un pool di 10 legali nominati su proposta dell’Avvocatura capitolina senza alcun tipo di procedura pubblica». Una vera e propria bomba a scoppio ritardato che fa sicuramente il gioco dei duri e puri dell’attuale maggioranza pentastellata, ma che non assolve i vertici Adir dalle proprie responsabilità anche se la politica «sapeva tutto». La rivelazione, ammesso che di questo si tratti, è stata accolta con grande interesse dall’assessore alle Partecipate Massimo Colomban e da Salvatore Romeo, capo della segreteria della sindaca Virginia Raggi.
La modalità dell’ufficio legale, ha spiegato Olivieri «è stata gestita così fino all’input del commissario Tronca, che dal primo gennaio ci ha bloccato le liquidazioni dicendoci di interrompere il metodo, allora abbiamo fatto un avviso per 40 avvocati. Ci sono arrivati 122 curricula e solo uno di quelli precedenti ha ripresentato domanda. C’è da dire che però abbiamo sempre avuto la giusta copertura legale». Immediata la battuta di Colomban secondo cui «nominare troppi avvocati magari non aiuta a essere efficienti. Dobbiamo misurarli, create subito una misura di controllo».
Ma ancora più importanti sono la dichiarazioni del segretario della Raggi, Salvatore Romeo che aveva seguito la vicenda quando era un semplice impiegato del Comune, prima della sua recente e prestigiosa nomina. «Sono stati spesi 5 milioni di euro all’anno per 10 persone, 5-6 effettive, dal 1994» quindi sin dai tempi di Rutelli. Anzi, ha ribadito Romeo «io l’ho scritto per 10 anni che tutta la politica da Marino e Alemanno ai precedenti hanno nascosto e omesso le vere informazioni: la politica sapeva tutto e nascondeva. Sono documenti pubblici consultabili sul sito del Dipartimento delle partecipate, noi producevamo report annuali e trimestrali che venivano tendenzialmente ignorati». Adesso, però – aggiunge Romeo- Roma Capitale «su questo si sta attrezzando per immaginare un bando di gara per aprire al mercato in modo competitiv». Laddove è evidente che la forza del segretario Romeo, che peraltro non è mai stato promosso dirigente, sta proprio nella sua presunta conoscenza della macchina capitolina un po come quella del confermato capo del personale Raffaele Marra, quello stesso Marra che da dirigente attivo del Comune c’è stato, sì e no, due anni. Visto che Adir sopravviverà, va spiegato che nell’ultimo triennio ha avuto utili per 40 milioni di euro. Inoltre l’azienda «assicura l’intero trasporto pubblico locale e la responsabilità civile del Comune, dalle buche alle cadute degli alberi, dagli asili nido alle case popolari». Poi aggiunge Oliveri «qualcuno dice che Milano paga molto meno, ma Milano ha le franchigie mentre a Roma il Comune non ha nessuna struttura o dipendente che paghi nemmeno un euro. Noi copriamo il 100% di tutti i sinistri, e abbiamo proceduto a una riduzione dei premi di Comune e Ama».
E meno male che Adir c’è, verrebbe da dire. Non è mancata una nota di colore, da padroncino del Triveneto, quando l’assessore alle partecipate Massimo Colomban (con l’accento sulla a finale) rivolto ai sindacati presenti, tenaci difensori della proprietà capitolina di Adr, ha detto testualmente «io sono molto buono e ce la metterò tutta per non mandare a casa nessuno, ma non mettetevi a fare scioperi, perché se la guerra la dichiarate voi allora siamo in guerra e io sono capace di starci». Affermazione singolare soprattutto alla luce del fatto che la sindaca Raggi non ha alcuna intenzione nè di privatizzare nè di dismettere alcunché, in piena sintonia con i sindacati che per decenni sulle municipalizzate hanno fatto il bello e cattivo tempo garantendo consenso elettorale a tutti.
Giuliano Longo