Conclusa dalla Polizia di Stato un’articolata attività investigativa che ha permesso di arrestare i pusher che spacciavano all’esterno ed all’interno del cimitero di Prima Porta di Roma.
Con l’operazione “FARAONE”, infatti, sono state eseguite 7 misure cautelari a carico di altrettanti cittadini nord africani, indagati per aver gestito in concorso una fiorente attività di spaccio.
L’indagine ha avuto origine dagli ordinari servizi di controllo del territorio svolti dalla Polizia di Stato nell’ambito dell’attività di prevenzione e repressione della criminalità che hanno permesso di verificare una anomala frequenza di autovetture nei pressi del cimitero di Prima Porta anche negli orari serali e di chiusura.
Nel corso dell’attività investigativa è stata riscontrata l’esistenza di una vera e propria piazza di spaccio gestita dal gruppo criminale che utilizzava come copertura per l’illecita attività alcuni furgoni adibiti alla vendita dei fiori.
I sopralluoghi effettuati dagli investigatori nelle ore diurne e serali all’interno della valle posta di fronte al cimitero hanno consentito di accertare che gli spacciatori, profittando della conformazione dei luoghi particolarmente angusti, si nascondevano con la sostanza stupefacente che poi veniva ceduta agli acquirenti.
Occultate all’interno della fitta vegetazione erano presenti delle vere e proprie postazioni per il confezionamento della sostanza stupefacente, con sedie, coltelli e veline, situazione che rendeva particolarmente difficoltoso l’intervento delle Forze di Polizia.
Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare l’esistenza di una rete ben articolata, composta prevalentemente da cittadini nord africani, ben radicati nel territorio, ed organizzati in modo da assicurare reciproca protezione grazie anche all’utilizzo di apposite “postazioni vedetta” dislocate in punti strategici, nascosti tra la vegetazione circostante, idonei a segnalare l’arrivo delle Forze dell’Ordine.
L’indagine ha permesso di smantellare l’organizzazione con base logistica nel cimitero, dove era occultata la droga venduta sulla via Flaminia.
Lo “spacciatore”, apparentemente al lavoro tra i banchi di vendita dei fiori, sostando sul ciglio della strada, veniva avvicinato dall’autovettura con a bordo il “cliente” che, senza scendere dal mezzo, dopo aver preso contatti diretti con il “pusher”, riceveva la quantità di droga richiesta a fronte del pagamento.
Il cimitero era il luogo dove la droga veniva preparata e confezionata in dosi e nascosta dentro le cappelle e i mausolei tombali pronta per essere venduta.
Durante l’indagine sono stati effettuati numerosi sequestri di droga a carico dei vari acquirenti che hanno confermato la pericolosità sociale degli indagati e che hanno permesso all’Autorità Giudiziaria di emettere i provvedimenti restrittivi a carico dei soggetti responsabili dello spaccio.