Giovedì prossimo il No alle Olimpiadi va in aula Giulio Cesare, dove assicura il pentastellato capogruppo Ferrara, i suoi saranno tutti compatti (e ci mancherebbe altro). Compresi quelli che la settimana scorsa la sindaca Raggi aveva convocato, prima della conferenza stampa sul suo gran rifiuto alle Olimpiadi, per contare i suoi fedelissimi. Il Codacons (ma chi è?) ricorre al Tar sulla decisione della sindaca e l’opposizione sulla vicenda chiede il parere della avvocatura generale del Comune che non ne ha mai azzeccata una. Compreso quel parere sulla ex capo di gabinetto Raineri che, visto l’andazzo e l’opinione dell’onnipresente Cantone, se n’è andata a gambe levate tornando alle più sicure sponde del tribunale di Milano.
NOMINE IN SOSPESO
Al momento manca l’assessore al Bilancio, inizialmente individuato nel magistrato della Corte dei Conti Tutino a cui manca poco alla pensione e quindi costa poco, ma non è stata ancora revocata ufficialmente la nomina dell’ex Procuratore della Corte dei Conti De Dominicis, anch’egli in pensione. Per quanto riguarda il capo di gabinetto era in pole position il presidente del Tar sardo, Monticelli, ma è scomparso dai radar, anch’egli vicino alla pensione.
In questo clima di giovanile rinnovamento, mancano ancora alla conta il presidente di Ama e il dg di Atac, ma dal Movimento rassicurano che tutto avverrà a breve o magari un po più in là, tanto hanno ancora cinque anni per governare. I ragazzi pentastellati dopo la Kermesse di Palermo se la prendono con calma. Sono tutti contenti per il finto (perché non se ne è mai allontanato) ritorno di Grillo ai vertici. Poi fanno la solita sceneggiata televisiva e le solite dichiarazioni alla odiata stampa presa a spintoni al Foto Italico di Palermo. Perché, vedete il Grillo oracolare sarà pure il conducano e Casaleggio Junior lo smanettone della lucrosa quanto misteriosa piattaforma Rousseau, ma Di Maio, lo scuterista Di Battista, le Taverna, la Lombardi e l’on Fico “nun se tengono proprio er cecio in bocca” e parlano, dichiarano, sentenziano.
LA RAGGI BALLA
E la Raggi che fa? Prima prende un caffè con Grillo e poi balla tanto che esausta va sul palco siculo, e un po’ stralunata, annuncia che ormai Renzi è alla frutta e fra un po il Movimento prenderà il potere di tutto il Paese. Finito l’avanspettacolo a Roma i problemi restano e già come ai tempi del primo Ignazio Marino, i consensi di quel 50% di romani che è andato a votare Virginia scema (nel senso di cala) anche se la signora (come l’ha definita il Grillo vociante) decide ormai di testa sua (e se così fosse i risultati si vedono). Naturalmente l’opposizione, annichilita dal successo della Raggi, balbetta e il Pd pensa già al congresso (ma dopo il referendum sia chiaro) dove finalmente le varie fazioni potranno continuare a scannarsi tranquillamente. D’altra parte come si fa a far blocco con la Meloni, che deve pensare alla neonata pupa, o al vituperato Marchini che parla poco perché non ha più niente da dire? E il popolo sovrano dei romani?
E I ROMANI PAGANO
Ai romani non resta altro che galleggiare fra uno stop e l’altro della metro, con i mezzi che non arrivano, con il traffico che impazzisce, con la monnezza che prima o poi si accumulerà ancora e le municipalizzate che magnano soldi e producono sempre meno. A ben vedere, in questa situazione che le Olimpiadi si svolgano o meno conta poco, perché come diceva il grande economista Keynes “in a long short of time we can all be dead”. Ovvero, da qui al 2024 c’è tempo ppcampà! Perché qui sta il punto vero. Nonostante la conclamata vicinanza grillesca ar popolo, di quello che pensa e vive “nun je ne po fregà de meno”. Hai votato? Allora statte zitto e delega gli eletti. Almeno sino a quando una enorme, fragorosa e amara risata non seppellirà anche questi nuovi politici dalle 5 Stelle, che, contrariamente a quelli di prima, vantano una smisurata arroganza giustizialista unita ad una corposa ignoranza.
Giuliano Longo