E tre disse il boia… Dopo la testa della Capo di Gabinetto Raineri e quella dell’ex assessore Minenna, salta anche la testa del suo successore De Dominicis al Bilancio che per fortuna sua non aveva ancora messo piede in Campidoglio. La motivazione ufficiale della Raggi, battuta immediatamente da tutte le agenzie di stampa, è la seguente: «In queste ore ho appreso che l’ex magistrato e già procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio in base ai requisiti previsti dal M5S non può più assumere l’incarico di assessore al Bilancio della giunta capitolina, pertanto di comune accordo abbiamo deciso di non proseguire con l’assegnazione dell’incarico. Siamo già al lavoro per individuare una nuova figura che possa dare un contributo al programma della giunta su Roma». Notizia sorprendente alla luce della comparsata di Grillo, Di Maio, Di Battista e compagnia cantante del Direttorio a Nettuno. Nei serotini tepori costieri pareva inevitabile dirottare il contestato Marra dal ruolo di vice capo di gabinetto alle sponde più tranquille del Commercio. Anzi si dava per certa la conferma del De Dominicis e quella dell’assessora all’Ambiente Paola Muraro, almeno sino a quando dalla Procura non dovesse pervenire un avviso di garanzia. Carta canta villan dorme. Quali siano questi imperscrutabili “requisiti dal M5stelle” non è dato sapere (come è logico per ogni setta che si rispetti) ma è evidente che dopo Nettuno e gli incontri riservati di Grillo nelle campagne del litorale, la sindaca ha perso di autonomia e governa Roma in libertà condizionata.
LE POLEMICHE – Le polemiche erano già esplose quando l’ex procuratore della Corte dei Conti nel corso di una intervista al Corriere della Sera aveva candidamente dichiarato che per il nuovo incarico era stato contattato dallo studio legale Sammarco in cui la Raggi ha lavorato sino alla sua elezione a sindaca. Studio legato professionalmente a quello di llo Previti coinvolto a suo tempo nelle vicende giudiziarie di Berlusconi. Con la perdita del nuovo candidato ad un assessorato strategico qual’è quello al bilancio che a giorni doveva mettere in moto la macchina per la verifica dei conti capitolini, le difficoltà della Raggi aumentano. Mentre diminuisce la sua credibilità che non può essere dovuta solo a quella “inimmaginabile campagna dei media” contro la quale ha puntato il dito lo stesso Grillo. De Dominicis è il secondo magistrato della Corte dei Conti preso in giro dalla amministrazione grillina dopo che all’incarico di assessora al bilancio era stata proposta inizialmente la consigliera Daniela Morgante, già assessora con Marino e da lui dimissionata per il suo rigore contabile. Pareva che con Minenna, una volta rinunciato al cumulo dello stipendio in Consob, la situazione fosse risolta con un personaggio di alto profilo apprezzato anche in alcuni ambienti della sinistra. Ma Minenna prendeva il largo dopo le dimissioni della Raineri accusando la Raggi di venir condizionata dal ristrettissimi suo ‘raggio magico’ che non faceva toccar palla a nessuno.
IL DUBBIO – Ora tocca davvero vedere se sia la sindaca alla caccia del nuovo assessore, oppure se i giochi per questa nomina si stiano facendo alla Casaleggio&associati o nel mini (o maxi direttorio che sia) composto dalla crème parlamentare grillina. Resta il fatto che lo stillicidio di nomine e dimissioni finirà per allontanare da Roma ogni candidatura professionalmente credibile, data la scarsa credibilità di questa amministrazione. A tre mesi dalle lezioni la ghigliottina funziona egregiamente, ma il direttorio “simil giacobino” naviga nella confusione e dicono che la Raggi, in privato, pianga giorno e notte.
Giuliano Longo