“Il bilancio delle vittime del terremoto del centro Italia, comunicato dalle Prefetture di Rieti e Ascoli Piceno, dunque, come spiega una nota della Protezione civile, “è salito al momento a 290: 230 ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 49 ad Arquata del Tronto”. Il Dipartimento fa poi sapere che “il numero delle persone assistite nei campi allestiti nelle regioni Lazio, Marche e Umbria è pari a circa 2500” e che “alle 4.50 di questa mattina è stata avvertita una nuova forte scossa, di magnitudo 4.0”. 70 i morti a Roma e provincia, di cui 52 nella capitale e 18 nell’hinterland.
Secondo i calcoli del ministero dell’ambiente, come dichiarato dal ministro Gia Luca Galletti con una intervista al Mattino di Napoli, dalle zone terremotate ci sono attualmente circa 700mila tonnellate di macerie da rimuovere dalle zone terremotate. Una prima stima dei costi per la rimozione si aggira intorno ai 4-5 milioni di euro, tuttavia le continue scosse telluriche che si registrano nella ‘zona rossa’ di Amatrice, nei comuni e nelle frazioni circostanti, potrebbe sbriciolare altri edifici o comportare l’abbattimento di altri come già si va pensando per il campanile dea chiesa di Amatrice. Ecco allora che le macerie da rimuovere potrebbero superare la cifra complessiva indicata dal ministro. Sui tempi di rimozione allo stato attuale è difficile fare una previsione, tanto più che le macerie degli edifici storici dovrebbero venir mantenute in loco per favorirne la ricostruzione, come indicato dal governo che, contrariamente a quanto avvenuto a l’Aquila, intende puntare sulla ricostruzione dei centri distrutti dal sisma. Il problema dello smaltimento delle macerie comporta in primo luogo l’individuazione dei siti che secondo il ministro potrebbe prevedere «la migrazione in altre regioni se non e’ possibile mantenerle tutte nelle zone limitrofe alle aree colpite.» Entro un paio di settimane il piano del Ministero per la rimozione dovrebbe essere pronto consentendo oltre alla circolazione peraltro interrotta in numerose strade di accesso all’area del sisma, anche il ripristino di una certa normalità di vita quotidiana liberando le aree dal doloroso simbolo del disastro. Più complesso il lavoro di classificazione delle macerie che che derivano da immobili storici artistici quali chiese o altri monumenti che richiederanno una valutazione particolare. Queste non andranno smaltite immediatamente perché possono essere riutilizzate per la ricostruzione di quegli edifici. Infine il Ministro rassicura sulla presenza di amianto tra le macerie e afferma che «rispetto ad altri sismi, ad esempio quello dell’Emilia, le quantità di amianto sono minime. Non ci sono allo stato attuale dei capannoni crollati. Non si può parlare di emergenza amianto.»