Protagonista del prossimo film di Carlo Vanzina, Miami Beach, in uscita nelle sale il 1° giugno, Paola Minaccioni si prepara a un anno pieno di impegni tra cinema e teatro. Ammirata anche in tv nella seconda stagione della serie “Una pallottola nel cuore” con Gigi Proietti e come special guest in “Zio Gianni” con Paolo Calabresi, l’attrice romana girerà l’Italia nei prossimi mesi con i suoi spettacoli teatrali “La ragazza con la valigia” (da giugno ad agosto) e “Due Partite” (da novembre 2016 a febbraio 2017).
Paola Minaccioni, resa celebre dai film di Ferzan Özpetek e vincitrice di un Globo d’oro nel 2012 con “Magnifica presenza” e di un Nastro d’argento nel 2014 con “Allacciate le cinture”, è anche in attesa di lanciare il suo prossimo one woman show, “Voi Siete Qui”, in cui riproporrà i suoi personaggi comici nati in teatro e resi noti dalla televisione. Un’agenda fitta di appuntamenti sicuramente da non perdere.
Ci può introdurre il personaggio che interpreterà nel film che uscirà il 1° giugno al cinema, “Miami Beach”, dove reciterà al fianco di Ricky Memphis e Max Tortora?
«È la storia di alcuni ragazzi che si trasferiscono a Miami per studiare, altri che scappano per assistere a un concerto di musica elettronica. Noi facciamo i genitori che partono alla loro ricerca. Io in particolare interpreto Olivia, una persona snob milanese un po’ distaccata dal mondo, che non ha mai lavorato e che riversa sulla figlia tutte le sue aspettative ed è quindi un po’ apprensiva con lei. Con Max Tortora formiamo la classica coppia della commedia io la fredda, lui il caldo essendo romano, e le scene saranno molto divertenti visto che siamo una coppia che si odia, ma che poi si ritrova insieme nei momenti di difficoltà».
In estate e in autunno ci saranno tanti appuntamenti teatrali, che la vedranno protagonista con gli spettacoli “La ragazza con la valigia” e “Due Partite”…
«In “La ragazza con la valigia” mi aspetto di divertirmi e che il pubblico si diverta. È uno spettacolo con i miei cavalli di battaglia, un one woman show che si basa sulla mia presenza e sulla presenza appunto della mia valigia. Avrò molte date tra cui Roma il 23 agosto. Sono molto contenta per questo. L’anno prossimo invece mi aspetta la ripresa dello spettacolo “Due Partite” di Cristina Comencini che ha già avuto una fortunata tournée e l’anno prossimo saremo in grandi città tra cui Torino, Venezia, Milano».
Dopo tanti anni di esperienza teatrale, si emoziona ancora davanti al grande pubblico e davanti al pubblico di Roma, che sente un po’ suo?
«Secondo me è questione di divertimento, non di emozione. Io cerco sempre di non ripetermi e di convincere sempre il pubblico. Faccio di tutto per non abituarmi. C’è sempre quella percezione del rischio che ti fa sentire vivo».
Lei è anche impegnata nella partecipazione settimanale con “Il ruggito del coniglio” su Radio2. Come fa ad essere così eclettica? Dove trova l’energia e la concentrazione per prendere parte a così tanti progetti in modo funzionale?
«Io farei anche di più (ride, ndr). Forse ho avuto un dono nel fiuto, nel saper conoscere e scegliere le cose giuste da fare, per quello che riguarda la comicità. Sono stata fortunata a fare radio sempre con personaggi meravigliosi».
Nella sua vita c’è stato un punto di svolta? Quando ha capito che sarebbe divenuta attrice e famosa da grande?
«Fare l’attore non vuol dire necessariamente diventare famosi. Per strada spesso mi ferma gente che mi dice di voler diventare famosa senza sapere bene neanche cosa voglia fare. Sicuramente se sei famoso, la vita dell’attore è più facile. La scelta di fare questo mestiere è più profonda, ti condiziona la vita. Io non ho mai capito che potevo fare l’attrice, a un certo punto l’ho desiderato studiando al centro sperimentale di cinematografia. Forse quando Ferzan Özpetek mi ha scelta per i suoi film, quando mi hanno dato dei premi o sono stata candidata ai David di Donatello (con il film “Allacciate le cinture”, ndr), lì ho capito che stavo facendo delle cose buone».
Il 25 e il 26 giugno prenderà parte al prestigioso seminario di Ivana Chubbuck a cui hanno partecipato i più grandi attori di Hollywood, da Brad Pitt a Charlize Theron. Cosa si aspetta da questa esperienza?
«Io ho già frequentato un seminario con Ivana Chubbuck l’anno scorso. Lei purtroppo viene raramente in Italia e solo per pochi giorni. Io penso di allenarmi tanto, noi attori siamo come gli atleti e avere un buon allenatore è fondamentale. Con lei ho visto attori trasformarsi, e sicuramente ti dà gli strumenti per cercare di affrontare bene il lavoro anche quando il contesto non te lo permette, quando magari non ti piace l’attore che hai davanti, il regista o il testo. Più mezzi hai ed esplori il tuo lavoro, meno annoi le persone e riesci ad essere sempre interessante per il pubblico. Invito tutti gli attori, anche chi è agli inizi, di iscriversi a questo seminario perché ne vale veramente la pena, ti apre la mente. E poi è sempre bello studiare per non essere sempre uguali».
C’è una caratteristica che ancora oggi si sente di poter migliorare?
«Tutto. Dal fatto di essere più brava, più precisa, naturale, comica, drammatica, indispensabile nell’interpretazione di un ruolo».
C’è un attore o un regista con cui ha lavorato che le ha lasciato qualcosa di più degli altri?
«Sicuramente Ferzan Özpetek. Lui davvero mi ha cambiato la vita. È stato quello che mi ha dato più fiducia, che mi ha fatto entrare nel mondo del cinema. Se non fosse per lui non avrei fatto cinema di qualità».
Un regista o un attore invece con cui vorrebbe lavorare?
«Certamente Paolo Virzì. Vorrei lavorare anche con Sorrentino. Di attori ce ne sono molti: donne Meryl Streep, volo basso (ride, ndr), e uomini mi piacerebbe lavorare con Valerio Mastrandrea, Claudio Santamaria, Elio Germano con cui ho già avuto il piacere di girare un film».
Tra i giovani c’è un attore che le piace di più?
«Greta Scarano. Mi piace, penso sia un’attrice raffinata, fuori dal comune. Ha fatto sempre scelte interessanti e non è stata mai banale».
Leonardo Esposito