Le intenzioni e gli sforzi per rafforzare la Sicurezza Stradale stanno incrementando da parte dei soggetti decisori. Anche attraverso il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti con Regioni, Comuni, etc. ha posto in essere lo sviluppo di numerosi progetti e strumenti volti ad incrementare la conoscenza e la Sicurezza sulle Strade, tra essi la creazione di Centri di Monitoraggio Regionali e locali della Sicurezza Stradale, tra cui il CEREMSS in fase di impianto da parte della Regione Lazio, volti ad aumentare conoscenze condivise in materia, a monitorare il fenomeno e ad ottimizzare scelte di interventi per il miglioramento della sicurezza stradale.
Il danno derivante dall’incidentalità stradale, infatti, ogni anno riporta cifre assolutamente allarmanti in tutto il mondo. Nella sola Italia nel corso del 2014 si sono registrati 177.031 incidenti, 3.381 morti e 251.147 feriti. Il 21,9% dei decessi pari a 742 è costituito da giovani di età inferiore a 30 anni. La classe più colpita risulta quella tra i 20 e i 24 anni con 268 vittime. Le cause individuate per gli incidenti sono molteplici e di diversa natura, per il 16,9% la guida distratta, per il 15,8% il mancato rispetto delle regole di precedenza e per l’11,2% la velocità troppo elevata.
Il concetto di mobilità sta approdando verso forme di propulsione alternative da cui matura anche una considerazione del veicolo inteso come strumento ambientale capace di svolgere attività diverse dalla guida.
I 28 ministri dei trasporti dell’Unione Europea si sono incontrati nel mese di aprile ad Amsterdam in una riunione presieduta dal ministro olandese Melanie Schultz e hanno condiviso una dichiarazione d’intenti per l’introduzione delle auto connesse e automatizzate entro il 2019. L’obiettivo della “Dichiarazione di Amsterdam”, è di migliorare la sicurezza stradale e ridurre l’impatto ambientale del trasporto su strada. Partendo dal presupposto che le tecnologie dei veicoli connessi e automatizzati offrono un grande potenziale per migliorare la sicurezza del traffico, i flussi di traffico e l’efficienza complessiva e le prestazioni ambientali del sistema dei trasporti, gli Stati membri si sono impegnati a sostenere lo sviluppo della guida connessa ed automatizzata attraverso una serie di iniziative, come la marcia in plotone dei camion (platooning), il pilota automatico sulla strada e la creazione di corridoi ITS. I veicoli connessi ed automatizzati sono già in fase di sperimentazione sulle strade pubbliche e di graduale introduzione sul mercato per uso commerciale.
Gli utenti iniziano a modificare i propri comportamenti in merito agli spostamenti: anche se prevale lo spostamento in auto e moto, iniziano ad intravedersi nelle città un intenso utilizzo dei mezzi pubblici e un incremento degli spostamenti in bicicletta. Secondo un’elaborazione di Federpneus (Associazione Nazionale Rivenditori Specialisti di Pneumatici) su fonti Istat il 66,3% degli spostamenti in Italia è effettuato con mezzi su gomma (auto, pullman e camper). L’auto si conferma il principale mezzo di trasporto utilizzato dagli italiani sia per i viaggi di vacanza (63,7%) che per quelli di lavoro (34,7%), nel 2014 è stata utilizzata per il 59,8% degli spostamenti effettuati nel nostro Paese. Al secondo posto della graduatoria dei mezzi di trasporto preferiti dagli italiani si colloca l’aereo (17,7%). Seguono il treno (10,7%), il pullman (4,3%), la nave (3%) e il camper (2%).
A fronte di questo trend si registra che sono oramai non pochi i Comuni in Italia che mettono a disposizione dei cittadini biciclette in modo gratuito per gli spostamenti urbani casa-lavoro, anche di breve durata; e ciò al fine di ottenere benefici sia di carattere ambientale che di salute dei cittadini. E’, infatti, una tendenza, presente nell’ordinamento (art. 1 Codice della strada), favorire l’utilizzo della bicicletta, un mezzo che riduce costi economici, sociali ed ambientali e che migliora la qualità della vita: non inquina, aumenta la sicurezza stradale, migliora la gestione del traffico, è accessibile e socialmente equo.
L’ambiente costituisce anche una distrazione dalla sicurezza stradale, l’iperconnessione del cittadino è divenuto un elemento di alto rischio: l’utilizzo dei cellulari e degli smartphone ha stravolto il comportamento sia di pedoni che di conducenti dei veicoli. Parallelamente al rapidissimo incremento di accessori, servizi comunicativi e funzioni tecniche (sms, mms, videochiamata, mail, istantmessaging) disponibili in relazione a questi strumenti, si sono trasformate anche le loro funzioni psico-sociali. Il cellulare ha in parte annullato l’impatto spazio-temporale, interferendo nella sperimentazione e nella gestione di molte emozioni e relazioni di base. I criteri diagnostici dell’IAD Internet addiction disorder attualmente a disposizione prevedono scale “costruite” sulla falsariga di quelli per la dipendenza da sostanze (alcool o droghe) ed alcuni di essi ricalcano fedelmente i criteri per la dipendenza da sostanze, equivalenti dei concetti di tolleranza e astinenza: l’uso di Internet diventa patologico quando il soggetto perde il controllo sul comportamento. La dipendenza dalle tecnologie viene, quindi, considerata al pari di altre dipendenze patologiche: le dinamiche di dipendenza da smartphone si possono sviluppare e radicare tanto da presentare fenomeni analoghi alle dipendenze da sostanze, con comparsa di craving, tolleranza e assuefazione.
Se il loro uso è effettuato in costanza della guida di un veicolo su strada, allora abbiamo l’obbligo di porci domande sull’idoneità alla guida e trovare soluzioni adeguate.
Il telefonino rappresenta uno strumento tecnologico virale di crescente uso e verso il quale si può sviluppare una vera e propria forma di dipendenza. In alcuni Paesi è stata già individuata come una malattia sociale, la “telefonino-dipendenza” o “cellulare-addiction” il caso in cui il traffico telefonico quotidiano di una persona, tra chiamate e sms ammonta a circa trecento contatti, con una evidente ricaduta sulla sfera individuale e relazionale. Le stesse compagnie telefoniche cercano di effettuare campagne di sensibilizzazione volte ad incrementare abitudini di guida sicura. Attraverso lo slogan #guardaavanti, la campagna con testimonial d’eccezione denuncia l’utilizzo improprio del telefonino, del suo uso-abuso e invita i giovani a realizzare dei video sulla sicurezza stradale e a presentarli in appuntamenti su youtube. In questo modo gli stessi possono prendere ulteriore consapevolezza dei comportamenti imprudenti, in particolare la superficialità con cui si traffica con il telefonino mentre si guida. Da un’indagine condotta su un campione di 322 studenti l’83,4% degli intervistati ha ammesso che i genitori-automobilisti non hanno dato buoni esempi. Questi risultati evidenziano che sulla sicurezza stradale la forbice dell’età dei destinatari dell’informazione è molto larga e, oltre che organizzare campagne di informazione mirate ai giovani, è ancora necessario educare anche gli educatori. Ciò anche se tutti gli sforzi fin qui condotti a favore della Sicurezza Stradale hanno già prodotto un aumento della consapevolezza degli utenti della strada ed una maggior conoscenza del fatto che solo attraverso un progressivo miglioramento di tutti i fattori che concorrono alla sicurezza, da quello ambientale a quello connesso ai veicoli e non ultimo al fattore umano, è possibile ottenere un significativo risultato per uscire dalla pericolosità delle strade.
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