Che dire? I miracoli esistono perché su Roma e sul Lazio sta per cadere una pioggia di miliardi, due per la Regione Lazio dello Stato e un miliardo, che questa volta verranno dai privati, solo per la Capitale. Il piano dei miracoli è stato presentato ieri dal commissario del Pd Roma, Matteo Orfini, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti e dal candidato del Pd Roberto Giachetti in conferenza stampa nella sede della Camera di commercio.
Certo ha precisato Orfini «il governo con queste opere non c’entra nulla» e meno male altrimenti non si capisce dove Renzi poteva trovare tutti questi soldi. Chiarito il punto si parla di opere che verranno sbloccate facendo ripartire la macchina amministrativa del Campidoglio. Il perché solo ora e non con Marino, lo spiega lo stesso Orfini. Adesso il lavoro di bonifica dopo Mafia Capitale ha «giustamente rallentato le procedure e quindi ha impedito di «prendere delle scelte in tempi ragionevoli.» Quindi la nuova amministrazione, che presumibilmente sarà di sinistra «dovrà cercare anche di ricostruire quei tavoli di confronto interrotti con le forze economiche, sociali e sindacali che aiutano a capire dove sono i problemi».
Altrimenti ciccia, perché oggi sul tavolo c’è «il lavoro che il Pd ha costruito in mesi di incontri con le forze economiche, sociali e sindacali e girando molto per la città.» Non a caso la maggior parte delle richieste e delle lamentele raccolte riguarda il «completamento di opere spesso primarie che per i cittadini erano incomprensibilmente bloccate da tempo». Fra gli autori di questa enquire l’ex assessore ai Lavori pubblici, Maurizio Pucci, cui magari potrebbe venir assegnata una delle tre poltrone libere nella giunta annunciata da Giachetti.
«Spesso parliamo di opere piccole ma importanti, opere già approvate – ha aggiunto Orfini. Non parliamo quindi di risorse, come ha detto qualcuno sbagliando, ma di opere già decise a cui spesso manca solo l”ultima firma». Poi il consueto elenco dei prossimi miracoli: «Rigenerazione urbana, edilizia sociale e riqualificazione delle periferie».
Sulle cifre, ha sottolineato il commissario «abbiamo posto l’obiettivo di sbloccare investimenti per 1 miliardo nei primi 100 giorni ( giorno più giorno meno, 10 milioni al giorno, ndr) della nuova amministrazione, non una cifra a caso, ma nata da una valutazione delle opere che sono bloccate e a un grado di avanzamento tale che ci consente di dire che si fanno in 100 giorni». Ovviamente la cifra totale di tutti gli investimenti fermi «è molto più alta, spaventosa: riteniamo che nel primo anno questa cifra di un miliardo possa essere almeno raddoppiata ( evvia con due miliardi ndr) con le opere che ora sono un passo più indietro, una stima che facciamo al ribasso e che potrebbe portare 40mila posti di lavoro in questa città». Dopo aver parlato di opere a scomputo, piani di recupero, di toponimi e chiusura dei piani di recupero delle zone O «serve un grande lavoro sull’edilizia sociale, con un piano regionale già finanziato di cui rischiamo di perdere le risorse con cui si possono sbloccare 14 progetti quasi pronti».
Per allontanare il sospetto di parzialità da parte del Governo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti ha rassicurato sul «rapporto vivo tra Governo e amministrazioni locali, di qualunque colore esse siano».
Perché «nel dna di questo Governo c’è la volontà di far ripartire il Paese, e il Paese sta ripartendo» bisogna solo «recuperare il gusto del fare, basta con una pubblica amministrazione che non si prende le responsabilità, deve essere al servizio dei cittadini mettendoci la faccia e facendo funzionare le cose.» Allegria e ottimismo dunque, che i due miliardi sono alle porte.
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