Le gazzette ci dicono che fra Giachetti, Marchini e la Meloni si sta spendendo circa un milione di euro per la campagna elettorale, che è una bazzecola se si considera quello che spendono i partiti alle politiche, nell’ordine di decine di milioni parzialmente rimborsati, o ai miliardi che l’alta finanza e le multinazionali investono nelle presidenziali Usa. Certo Alfio, con o senza Ferrari che eventualmente venderà dopo la sua sconfitta per coprire questi costi, è quello che ha maggiori disponibilità. Soldi suoi, della sua attività imprenditoriale, della sua doviziosa famiglia che pure a Roma di soldi ne ha fatti. Gli altri, il Pd del grigio Giachetti, e i Fratelli della Meloni rifatta con photoshop, evidentemente godono di fonti ‘lecite’ di sostegno che dovranno venir documentate ad elezioni concluse. Perché in fondo in queste lezioni che dovrebbero essere 2.0, come qualcuno vorrebbe farci credere su social network, alla fine tocca investire in manifesti, meeting, materiali, uffici stampa, “volontari” e quant’altro serve per dare visibilità ai candidati secondo i più classici canoni della propaganda elettorale. Magari la Raggi fa pure finta di non spendere gran che, ma se spera di vincere affidandosi alla cosiddetta ‘rete’ grillina che l’ha candidata con qualche centinaia di voti, ha così da correre. Lei invece, come gli altri, sa benissimo che quello che conta sono i giornaloni, le radio e soprattutto la Tv nonostante qualche bello spirito, anche lui 2.0, si ostini a definire i telespettatori come dei ‘morti viventi’ della fruizione comunicativa, smentendo le perenni comparsate di Matteo Renzi che valgono molto di più dei suoi insulsi tweed o delle sue profonde manifestazioni di pensiero su facebook.
L’IMMAGINE – Tutti, ma dico tutti, hanno capito che le ideologie (defunte), i programmi (tutti uguali), le ardite elaborazioni di pensiero (inesistenti) non servono a un tubo. Quello su cui si punta e si vince, o si spera di vincere, è l’immagine, tanto che a bucare gli schermi sono la Raggi e Marchini che riescono ad intrufolarsi in ogni dove ci sia una telecamera o un microfono. Alfio, ad esempio, mesi prima della campagna elettorale (dai tempi di Ignazio Marino) era onnipresente quale esperto imprenditore di cose romane, anche se le sue presenze nell’aula Giulio Cesare si possono contare massimo sulle dita di due mani. La Raggi è arrivata dopo, insieme alla Meloni che solo quattro mesi fa sembrava più preoccupata della sua gravidanza che della candidatura. Ma Alfio sa che anche le strette di mano alla americana servono anche se i suoi tour nei mercati raccolgono quattro gatti mentre Salvini si becca insulti e uova marce. Per entrambe è sufficiente che ci siano le telecamere. La gente a ste cose non ci crede più. Lo dimostrano le difficoltà che ha il Pd (che fu anche lui) a raccogliere la gente che in meeting non superano qualche decina di partecipanti fra aperitivi, cene, pranzi e merende varie.
GENI DELLA COMUINCAZIONE – In verità non sappiamo quali geni della comunicazione stiano dietro ai vari candidati anche se sospettiamo che i migliori stiano proprio dietro alla Raggi e ad Alfio. Solo che lei, Virginia calza nera, è data per vincente e Marchini non sa ancora nemmeno se riuscirà a battere la Meloni e arrivare al ballottaggio. Allora, vien da dire, come mai uomo oculato (alcuni dicono tirchio) come l’ing. Marchini butta via centinaia di migliaia di euro nell’incertezza di questa campagna elettorale? Qui azzardiamo una ipotesi. Alfio sa come gira il soldo e ben distingue l’investimento dallo sfizio, questo vuol dire che lui sta investendo per il proprio futuro politico che non si esaurisce con le elezioni per il Campidoglio. Che per lui sono un’occasione per rilanciare la sua immagine non sufficientemente valorizzata alle amministrative del 2013 dove ha preso solo il 9% dei consensi. Passo dopo passo, euro dopo euro Alfio pianifica il suo investimento d’immagine che va ben oltre le Mura Aureliane o, nella migliore delle ipotesi, il Raccordo Anulare, Potremo venir smentiti, ma dopo tutta sta cagnara con Berlusconi, Salvini, Meloni, Bertolaso, ve lo immaginate fare come Cincinnato e ritirasi nel suo campiello (si fa per dire) magari in Ferrari?
Balthazar