Il Museo del Lucus Feronia di Capena rinasce dopo quasi 20 anni di oblio. “Attendevo ed ho lavorato per anni a questo risultato ed ora il museo è pronto per rinascere a nuova vita – dice Gianfranco Gazzetti direttore del sito archeologico ”Lucus Feroniae” che lavora nell’area dal 1982 – questo intervento di risistemazione era atteso dal 1998, oggi finalmente si volta pagina grazie all’azione congiunta della Soprintendenza Archeologica del Lazio dell’Etruria Meridionale e della Società ARCUS”.
I lavori eseguiti afferma Gazzetti “sono stati tanti, dal restauro dei pavimenti, riportati finalmente al loro splendore alla risistemazione delle tante attrezzature oggi finalmente visibili al pubblico, ad esempio le famose lastre marmoree dei gladiatori”. L’Antiquarium ha un allestimento completamente rinnovato, sono presenti tecnologie innovative che danno voce ai personaggi come la Dea Feronia ridando vita alle antiche atmosfere. Un Museo proiettato nel futuro.
La suggestiva area archeologica del Lucus Feroniae inoltre , grazie ai lavori eseguiti, è finalmente collegata anche alla Villa dei Volusii Saturnini che si torva nel lato opposto della provinciale Tiberina proprio all’interno del sedime dell’area di servizio dell’A1 grazie ad un ponte pedonale, dotato di ascensore per i visitatori con disabilità motorie. Il ponte ricuce lo strappo operato quando negli anni ‘60 venne costruita l’autostrada che taglio in due la piana del Tevere e pure l’area sacra all’antico popolo dei Capenates. Dopo circa 60 anni dunque l’area ritrova una sua integrità che le opere di recupero e valorizzazione effettuati nel sito restituscono alla frubilita dei visitatori.
I lavori complessivamente sono costati circa 3, milioni di eurodi euro tra restauri e Antiquarium. Per la sistemazione dell’area esterna prezioso è stato il contributo della sezione di Capena del Gar (gruppo archeologico romano ). I volontari dell’associazione negli ultimi mesi hanno contribuito alla pulizia dei percorsi antichi della via Campana e del tracciato della via Capenate all’interno dell’area archeologica. Un grande lavoro che i volontari del Gar hanno condotto con grande attenzione ed entusiasmo impegnanod il loro tempo libero ed i week end per alcuni mesi a testimonianza di una voglia profonda della comunità di recuperare un pezzo importante della propria storia facendone elemento di forte identità.
Il recupero del Lucus Feroniae che si trova nel territorio di Capena mentre la Villa dei Volusii è in quello di Fiano Romano, potrà finalmente essere elemento di forza e far da leva per il rilancio culturale e turistico di tutta l’area tiberina: “perché cio accada – conclude il direttore Gazzetti e certamente credo sia possibile occorre che le amministrazioni comunali facciano la loro parte e collaborino”. L ‘appuntamento per il taglio del nastro è fissato a sabato 23 aprile alle ore 11. E la storia dei Capenati continua.
Barbara Scarafoni