Elezioni Roma, allora ricapitoliamo. Secondo i più ottimisti qualcosa come 100.000 romani sarebbero andati a votare per le primarie o le consultazioni ai gazebo dei vari partiti. Nell’ordine Pd, Salvini, Bertolaso che fatta la tara del 20% medio di schede bianche, plurivotate, prevotate ecc. significa che circa 80.000 elettori del milione e mezzo aventi diritto hanno espresso le loro preferenze. Se permettete qualcosina di più delle 3.000 preferenze on line registrate per Virginia Raggi dagli iscritti al blog di Grillo. Ma anche lì, alla fin della fiera, è lo staff del veggente Casaleggio che decide. Voti peraltro di scarso peso quelli dei “pentastellati” se si pensa che a Milano Patrizia Bedori (acclamata mesi fa quale candidata sotto a un tendone da cortile) oggi rinuncia alla candidatura dopo gli attacchi, anche pesantemente offensivi, dei suoi amici del Movimento. A conferma del detto: dagli amici mi guardi Iddio ecc.
ELEZIONI ROMA, I CANDIDATI
Se escludiamo la possibilità che il Cavaliere intervenuto personalmente ai gazebo di Forza Italia sabato e domenica, rinunci a Bertolaso in favore della pentita Giorgia Meloni, al momento risulta che i candidati alla poltrona di sindaco sono oltre all’ex ‘governatore’ della Protezione Civile, il presidente della Camera Roberto Giachetti per il Pd, l’avv. Virginia Raggi per i 5stelle, Francesco Storace per La Destra intesa come partitino, Stefano Fassina per Sinistra Italiana/Sel e Alfio Marchini. Un Alfio apparentemente senza etichette, ma candidato mancato del centro destra per la tenace opposizione di Giorgia Meloni e soprattutto del ‘gabbiano’ Rampelli che Alfio non lo voleva proprio, deciso a contrastare il senatore Augello per ruggini risalenti ad AN. Storie di vecchia fascisteria romana. Per il resto folclore di candidati e candidatini che cercano di ottenere il loro quarto d’ora di notorietà.
GIACHETTI RADICALE E PD
Sotto il profilo politico succede che il Pd sosterrà a spada tratta e tutti uniti (nonostante il fantasma di D’Alema che puntava sull’ex ministro Bray) Giachetti, il candidato di Renzi sin dalla Leopolda e ben prima delle primarie. Il quale Roberto, memore della sua essenza di Radicale prestato al Pd , ha pensato bene di far incontrare amichevolmente il suo sponsor e il presidente del Consiglio, con l’ultraottantenne Giacinto Pannella che il Partito Radicale in estinzione non lo mollerà sino alla morte che gli auguriamo più tarda possibile. In più ottiene sul Corriere della Sera l’appoggio ‘condizionato’ di Emma Bonino che lo affida alle sapienti cure del Radicale Magi entrato nella lista Marino nel 2013 per grazia ricevuta dell’ex sindaco. Ma siamo solo all’inizio e magari a Giachetti verrà anche voglia di incontrare sindacati, categorie, associazionismo ecc. che è prassi normale di ogni campagna elettorale.
LA SITUAZIONE A DESTRA
A destra Salvini, che con Parisi a Milano non l’ha proprio vinta, a Roma si scorna con il Cavaliere che a mollare all’aggressivo giovanotto di Baggio la primazia del centro destra non gli passa manco “paa capa” come direbbe la sua giovane compagna Pascale veracemente napoletana. Il che vuol dire che a Roma “er pupone” non sfonda. Tanto valeva andare su Bertolaso e chiudere la danza lasciando al suo destino Marchini sul quale lui e il Cavaliere avevano inizialmente puntato.
SINISTRA ITALIAN – SEL
Stendiamo un pietoso velo su Sinistra Italiana/Sel che ora rischia di fare le primarie (perché ormai le fanno tutti) con Fassina, l’ex capogruppo Peciola con un robusto curriculum di agitatore per la occupazione di case, e Ignazio Marino. Il convitato di pietra che scioglierà la riserva una volta chiarita la sua posizione giudiziaria (o forse no perché la vendetta non va gustata fredda), ma soprattutto dopo aver presentato a fine mese il suo libro che sarà una bomba di veleni contro il partito che lo ha fatto inopinatamente eleggere nel 2013.
UN MILIONE DI VOTI IN SOSPESO
Ora, siccome tolti i partecipanti a primarie e gazebo, restano ancora un milione e mezzo di elettori, tolti quei 3/400 mila che di andare alle urne non ci pensano proprio, resta da vedere cosa effettivamente ne pensi il restante milione di elettori. I quali, pur ansiosi (“m’oblige à dire”) di recarsi alle urne, potrebbero rimanere disorientati da tanta cagnara più simile alla corsa per la ‘cadrega’ che ad una competizione elettorale. Lasciamo perdere i sondaggi che sono gommosi e si tirano o si allungano a seconda delle esigenze più o meno palesi dei committenti. E allora? Allora, visto che non siamo il Divino Otelma ma comuni mortali carichi di anni e vetustà, possiamo solo intuire che una campagna elettorale di così scarso appeal per la Capitale D’Italia, pure in stato pre-comatoso, non si era mai vista. Certo è invece che le vie del Signore sono infinite e allora di tutto può succedere. Amen.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA LETTERA DI BARBERA (già presidente dell’ex XVII municipio)
Caro Direttore,
mi dispiace ma è veramente poco informato!
In realtà, ad oggi, Fassina è il candidato non solo di Sel/Sinistra Italiana, ma di un schieramento più largo, composto dal Prc, da Altra Europa, dai comunisti italiani e da altre realtà.
Il progetto dovrebbe prevedere un lista unitaria senza simboli di partiti, alternativa al Pd e al centrosinistra (non per motivi “ideologici”, ma politici e programmatici).
Situazione che potrebbe cambiare radicalmente solo se Fassina dovesse accettare le primarie, visto che i candidati alternativi a Fassina esprimono progetti politici nettamente difformi da quello su cui si è delineata la sua candidatura.
Non a caso le primarie vengono utilizzate come una clava da chi, soprattutto all’interno di Sel, vuole far saltare il suindicato progetto politico (che non sarebbe limitato alle amministrative) per mantenere un legame con il Pd e il centrosinistra, magari con un apparentamento al ballottaggio.
Per questo motivo riteniamo – ma non solo noi – che Fassina debba andare avanti. Non abbiamo bisogno delle primarie perché il candidato c’è già, insieme a un programma che è in netta discontinuità con l’operato delle amministrazioni precedenti, comprese quelle di centrosinistra.
Cordiali Saluti
Giovanni Barbera
già presidente dell’ex XVII municipio