Il consigliere regionale del Lazio (Identità e Territorio) Pietro Di Paolo getta pesanti ombre sul numero uno dell’Ama Daniele Fortini, nominato nel 2014 dall’allora sindaco Marino presidente e amministratore delegato della public utility del Comune di Roma che si occupa di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti. Secondo Di Paolo, infatti, un’associazione di consumatori avrebbe avviato una denuncia “che sembrerebbe configurare una vera e propria usurpazione di titolo da parte dell’attuale presidente, Daniele Fortini”.
PRESUNTI PROBLEMI DI TITOLI E INCOMPATIBILITÀ
“Ringraziando il prefetto Tronca per il rientro in Acea di Alessandro Filippi, che gli ricordiamo è tornato in Acea non per scelta professionale ma perché rinviato a giudizio per reati gravi – ha proseguito il consigliere regionale –, lo invitiamo a volgere lo sguardo un po’ più in su, verso la presidenza. In primo luogo emerge chiaramente dal curriculum vitae che Fortini non è laureato ma in possesso di un diploma conseguito negli Usa, presso Yorker International University: titolo non equipollente come si legge nello stesso cv. Ma soprattutto, come rilevato dalla denuncia, Fortini continua a mantenere i propri incarichi in Fonservizi e nella Fondazione Rubes Triva, enti che hanno beneficiato di contributi da Ama: fatto ancora più grave che potrebbe configurare ipotesi di incompatibilità alla presidenza dell’azienda”.
L’INTERROGAZIONE A ZINGARETTI E IN PARLAMENTO
Per Di Paolo “ce n’è abbastanza quanto meno per porsi dei dubbi: mi auguro che il prefetto Tronca verifichi rapidamente se ci troviamo di fronte ad una palese violazione della normativa vigente sulle situazioni di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi”. Il consigliere regionale di Identità e Territorio ha quindi annunciato che presenterà un’interrogazione al presidente Zingaretti “affinché intervenga presso il prefetto Tronca per accertare i fatti” e che solleciterà “interrogazioni parlamentari perché un’azienda come Ama non può essere affidata a chi non avrebbe i titoli opportuni e per di più in condizione di possibile conflitto di interesse”.