Venerdì 26 febbraio alle ore 17 a Piombino (Libreria Coop) verrà presentato Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano (Historica, 2015), con Fabio Canessa e Gordiano Lupi e la partecipazione del fotografo Riccardo Marchionni. Il libro verrà presentato anche al Premio Strega (come era già accaduto per Calcio e acciaio – Dimenticare Piombino, romanzo del 2014), ha una seconda edizione ampliata rispetto alla prima, con un nuovo racconto in appendice (Il ragazzo del Cobre) e molte foto originali.
GORDIANO LUPI
Chi ha già avuto modo di leggere Miracolo a Piombino ha detto che presenta suggestioni da Baudelaire e Pasolini (solitudine, difficoltà di accettare la realtà, contrasto tra aspirazioni e vita). Il libro di Lupi parla di adolescenza, mette l’accento sulla difficoltà di crescere, partendo dalla frase di Paul Nizan. Due storie in una: Marco e il gabbiano, che a tratti si toccano per unirsi nel finale metaforico.
La bravura di Gordiano Lupi viene fuori anche in quest’opera, ma non è una novità per chi ha letto anche altri suoi libri, perchè Lupi sa giocare bene con le parole, le sa mettere insieme tanto da far scorrere la lettura in maniera agile, ma anche di far emergere emozioni e sensazioni pagina dopo pagina. Ti fa entrare in un mondo di suoni e colori, così la storia di avvolge e coinvolge. Lupi dirige le Edizioni Il Foglio Letterario, collabora con Futuro Europa, Inkroci, La Folla del XXI Secolo, La Linea dell’Occhio e traduce gli scrittori cubani Alejandro Torreguitart Ruiz, Felix Luis Viera, Heberto Padilla e Guillermo Cabrera Infante.
MIRACOLO A PIOMBINO SINOSSI
“Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che quella è la più bella età della vita”, la frase di Paul Nizan è il leitmotiv di Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano, romanzo breve che sin dal titolo rende omaggio al capolavoro di Zavattini e De Sica. Apologo sull’adolescenza, romanzo di formazione condotto sul doppio binario della crescita di un ragazzo e della scoperta del mondo da parte di un gabbiano. Molti rimandi con la poesia, consonanze con le tematiche di Baudelaire, il contrasto tra individuo e società che spinge all’isolamento, noia esistenziale da un lato e aspirazioni ideali dall’altro, temi del decadentismo e vocazione pasoliniana alla solitudine.
Il tema centrale del racconto è l’adolescenza, narrata con descrizioni poetiche di una città in divenire, scandita da suggestioni, sfumature e sentimenti impalpabili che sottolineano il legame inscindibile con un’infanzia difficile da abbandonare, anche se non manca la voglia di fuggire per fare cose nuove. Racconto simbolico nella parte fantastica, quasi fiabesca, del gabbiano solitario che vive un momento simile all’esistenza di Marco. Fotografie originali di Riccardo Marchionni.