Il S. Camillo corre ai ripari per chiudere la crisi del sovraffollamento del pronto soccorso che è stato il tema centrale della cronaca di tutti i media capitolini in questi primi giorni del 2016. Da domani alle 9 saranno attivati dalla Direzione generale 18 nuovi posti letto di medicina internistica destinati a sgonfiare gli intasati spazio del Dea. A questo scopo, inoltre, è stata già potenziata l’apposita area di sosta per i pazienti in attesa di ricovero in modo da decongestionare gli spazi del pronto soccorso. La situazione di criticità determinata dal sovraffollamento si avvia dunque a soluzione. Alla fine del mese, inoltre, il personale dell’Azienda sarà implementato con l’arrivo di 120 unità tra medici, infermieri, tecnici o e operatori sanitari. La novità è stata annunciata con una nota dalla Direzione generale del grande ospedale romano. Il ritorno del sereno nei ps romani è confermato dalla Regione “Nel merito degli accessi ai Pronto Soccorso – dice un comunicato dell’Ente – c’e’ da segnalare che nei casi in cui le Aziende sanitarie hanno messo in atto le indicazioni fornite dalla Regione Lazio i risultati si sono ottenuti. Nell’Azienda Ospedaliera San Camillo, in una settimana si sono dimezzati i pazienti in attesa di ricovero. Si è passati da 59 pazienti in attesa di ricovero dello scorso 4 gennaio (monitoraggio delle ore 14) ai 23 di oggi (monitoraggio alla stessa ora). Si evidenzia dunque una drastica riduzione dell’affollamento. D’altra parte il trend complessivo di accessi ai Pronto Soccorso delle rete ospedaliera è in costante diminuzione e nel 2015 ha fatto registrare 100 mila accessi in meno rispetto al 2014 attestandosi stabilmente sotto i 2 milioni complessivi. Il tema pertanto è di una maggiore efficienza dei percorsi e del potenziamento della sanità territoriale che deve essere il vero filtro per un uso più appropriato dei reparti dell’emergenza”.
Sulla stessa linea i medici di base romani. Pierluigi Bartoletti segretario romano e vice segretario nazionale della Fimmg: “I problemi del Lazio sono da sempre l’assistenza domiciliare, le liste di attesa, la disomogenea distribuzione di posti letto tra Roma e le province, e la difficoltà di ripensare un sistema che veda alla base, prima dei contratti dei medici, l’idea ed il progetto di servizio da rendere ai cittadini. Occorre un approccio innovativo ai problemi che al di là delle soluzioni proposte da singoli, possa dare ala sistema sanitario quella scossa di cui ha urgente bisogno”.
La Regione ha accolto questa disponibilità così come quella dei medici ospedalieri dell’Anaoo-Assomed e della Cimo per verificare un percorso di uscita condivisa dalla e strettoie organizzative attuali ed ha annunciato che nei prossimi giorni convocherà una riunione con tutti i sindacati.
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