Roma, tangenti per manutenzione scadente delle strade: sette arresti

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Mentre il disastrato manto stradale di Roma continua a mettere quotidianamente a rischio l’incolumità di chi viaggia su due e quattro ruote, c’è chi, proprio con la manutenzione delle strade, avrebbe deciso di arricchirsi, truccando le gare d’appalto e corrompendo funzionari del Comune per eseguire le opere in modo difforme rispetto a quanto previsto, risparmiando, ad esempio, sullo spessore dell’asfalto e sulla pulizia dei tombini. È di questa mattina, infatti, la notizia di sette arresti e una serie di perquisizioni a carico di altrettanti pubblici funzionari appartenenti ai Municipi del Comune di Roma, al Dipartimento Simu (Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) di Roma Capitale e all’Ospedale San Giovanni Addolorata nell’ambito dei lavori per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade e delle infrastrutture dei citati enti.

L’OPERAZIONE DEI CARABINIERI – Il blitz è il risultato dell’operazione dei militari del comando carabinieri per la tutela dell’ambiente, in collaborazione col comando provinciale carabinieri di Roma, al termine di attività d’indagine coordinata dalla locale procura della Repubblica. L’indagine rappresenta la prosecuzione dell’attività che il 14 ottobre 2015 a portato all’arresto di due imprenditori e di un funzionario, una volta emersi gravi indizi di colpevolezza a carico dei due uomini d’affari che il 27 settembre, per turbare le gare d’appalto per la manutenzione e la sorveglianza delle strade della Grande Viabilità della città, avevano consegnato al funzionario del Dipartimento Simu di Roma Capitale, 2000 euro in contanti in cambio di informazioni riservate inerenti le imprese invitate a dette gare.

IL SISTEMA DELLE TANGENTI – Grazie all’analisi incrociata, tuttora in corso, di quanto emerso dalle attività tecniche e dagli atti acquisiti in occasione delle perquisizioni del 14 ottobre, in particolare, spiega una nota dei carabinieri, sono stati individuati ulteriori episodi di corruzione a carico sempre di funzionari, tipicamente aventi l’incarico di direttori dei lavori, in relazione a specifici appalti. In particolare, le “dazioni” corruttive erano finalizzate a ottenere agevolazioni da parte dei funzionari sulle modalità di esecuzione dei lavori, consentendo agli imprenditori di eseguire le opere in modo difforme rispetto a quanto previsto. Emblematico è il caso delle pulizia delle caditoie stradali laddove solo un numero ridotto veniva ripulito rispetto al totale dichiarato nella documentazione di esecuzione lavori; altrettanto significativo è il rifacimento del manto stradale dove si risparmiava sullo spessore dell’asfalto, sulla fresatura e sulle bonifiche, cioè la parte inferiore del sottofondo, scavata ad una profondità inferiore rispetto al previsto. Gli accordi presi tra gli imprenditori e i funzionari incaricati di sorvegliare il corretto andamento dei lavori comportavano il pagamento di cifre che nel tempo variavano da poche migliaia di euro sino ad oltre 100 mila euro, pertanto nell’ordine del 3-4% del valore dell’appalto stesso. La sistematica reiterazione della condotta corruttiva ha permesso di evidenziare almeno 33 gare d’appalto per un valore complessivo di oltre 16 milioni di euro e per le quali sarebbero stati versati solo negli ultimi due anni, complessivamente 650 mila euro di tangenti. I funzionari destinatari della misura restrittiva sono Francesco Pantaleo e Stefano De Angelis, del dipartimento Simu (Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) di Roma Capitale; Roberto Brondi, Piero Seguiti, Doriano Carbonari e Paolo Fornaciari, impiegati rispettivamente presso i Municipi V, IX, X e XII di Roma e Franco Ridenti, tecnico della Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata. Oltre ai predetti, e per i medesimi reati, sono state perquisite le residenze e gli uffici dei funzionari Fabio Stefano Pellegrini del dipartimento Simu, Luca Gaveglia del Municipio IV e Giampietro Cirilli, già funzionario del Municipio VIII, ora in pensione, ma ancora legato da un rapporto d’impiego con l’amministrazione. Risultano indagati ulteriori 8 funzionari ed ex funzionari, attualmente in pensione. Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati portati a Regina Coeli.

 

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