Il sindaco Ignazio Marino ha ritirato le sue dimissioni. Con una nota arrivata nelle redazioni poco prima delle 16.30 l’ufficio stampa del Campidoglio ha comunicato la decisione ufficiale: il sindaco, spiega la nota “ha firmato la lettera con la quale ritira le dimissioni presentate lo scorso 12 ottobre”. Si apre così l’ultima pagina di una storia iniziata ormai tre settimane fa con la drammatica lettera di dimissioni ai cittadini di Roma dell’8 ottobre scorso.
RESISTENZA A OLTRANZA – Continua dunque la resistenza del sindaco che fino a poche ora fa aveva continuato, da dimissionario, a convocare giunte e approvare delibere e soprattutto a non fare un passo indietro neanche dopo l’addio definitivo ed esplicito avuto dal suo partito e, da ultimo ieri, anche dal segretario Pd e presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Non ho nulla da chiedere nè da negoziare” sono state le ultime parole ufficiali del sindaco prima delle sue dimissioni. Parole che avevano rinfocolato un dibattito mai spento nelle stanze del Campidoglio e in quelle del partito democratico e che avevano sollecitato sempre più quel confronto in aula ormai inevitabile.
POLEMICA CON RENZI E CANTONE – Giovedì mattina Marino aveva evidenziato ancora di più il suo piglio battagliero e, arrivando in Campidoglio, aveva trovato il tempo per polemizzare, senza farne il nome con Renzi: “Ho cose più serie che andare per aeroporti, in questi giorni” aveva detto prima di salire le scale del palazzo Senatorio. Poi aveva dato anche a Raffaele Cantone (che ieri aveva detto che “a Roma non ci sono gli anticorpi”) pane per i suoi denti: “A Roma gli anticorpi esistono. Questa piazza domenica ne ha visti migliaia presenti, nella citta” ce ne sono milioni. Certamente gli anticorpi vanno valorizzati da noi delle istituzioni, perchè se gli anticorpi, anche all”interno di un organismo vivente, vengono annichiliti non potranno svolgere la propria funzione”.
L’ORA DELLE DECISIONI – Infine, prima di congedarsi dalla stampa l’ultimo annuncio: “Sto riflettendo e come ho sempre affermato comunicherò presto le mie decisioni alla figura istituzionale, che e” il presidente Valeria Baglio”. Decisioni che adessano portano tutti i consiglieri dritti verso una verifica in aula Giulio Cesare.
GLI ASSESSORI: DIMISSIONI A RAFFICA – Subito dopo il ritiro delle dimissioni di Marino è scattata la “controffensiva” degli assessori di matrice “renziana”. Tutte insieme sono state annunciate le dimissioni di Stefano Esposito, titolare dei Trasporti, il vicesindaco Marco Causi delegato all’Urbanistica e Alfonso Sabella alla Legalità. Solo mercoledì mattina anche l’assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Pucci aveva dichiarato che lunedì sarebbe “tornato al suo lavoro”.
ESPOSITO: FINITA ERA MARINO – “Da domani finisce l’era Marino” sono le parole dell’ex assessore Stefano Esposito intervistato da “Cinque Quotidiano” pochi minuti dopo il ritiro delle dimissioni da parte del sindaco. Il senatore Pd e assessore ai trasporti, interpellato dal nostro giornale ha dichiarato: “Ci sono 19 consiglieri comunali del Pd che domani si dimetteranno più altri sei” dei quali non ha specificato l’appartenenza.
MARINO: ORA CONFRONTO IN AULA – “Ritengo ci sia un luogo sacro per la democrazia che è l’aula, il Parlamento di un consiglio comunale. Io sono assolutamente pronto a confrontarmi con la mia maggioranza, a illustrare quanto fatto, le cose positive, gli errori, la visione per il futuro ma quello è il luogo della democrazia”. Lo ha detto Ignazio Marino, lasciando il Campidoglio dopo il ritiro delle sue dimissioni da sindaco di Roma.
VIA ALTRI ASSESSORI – Intorno alle 18 annunciano le loro dimissioni dopo la giunta che si tiene stasera anche gli assessori Marinelli alla Cultura, Rossi Doria alla scuola e Pucci ai Lavori Pubblici.
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