Rifiuti: Roma e Lazio riciclano di più, ma sono sotto la media

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Con 6 anni di ritardo, nel 2014 l’Italia raggiunge l’obiettivo 2008 del 45,2% di raccolta differenziata (13,4 milioni di tonnellate), segnando un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2013. Nonostante questo, il Lazio resta al 32,7 per cento nella raccolta e i pur consistenti miglioramenti, pari a un +6,2 per cento in un solo anno la posizionano ancora lontana dalle migliori come il Veneto, primo con il 67,6% di raccolta differenziata nel 2014, seguito da Trentino Alto Adige (67%) e Friuli Venezia Giulia (60,4%). Sono i dati del rapporto Ispra sui rifiuti urbani presentato giovedì a Roma.

E anche di Roma parla il documento che segnala una capitale che migliora di ben 5,5 punti rispetto al 2013, (raggiungendo una percentuale del 35,2% ma resta addirittura al di sotto della media regionale. I dati Ispra di ieri si aggiungono a quelli di Legambiente pubblicati lo scorso 27 ottobre sulla sostenibilità ambientale di Roma e Milano: secondo Ecosistema urbano la capitale perde una posizione nella classifica, dall’81esimo al 82esimo posto, segnando per la raccolta differenziata una performance leggermente migliore di quella indicata da Ispra con il 37,3 per cento e un miglioramento di quasi sette punti percentuali (era al 30,5 per cento).

E a proposito di tendenze il dato generale indica un ulteriore calo, nel 2014, della produzione di rifiuti urbani nel Lazio con un meno 2,5% contro il dato italiano del +0,3% (29,7 milioni le tonnellate prodotte nel aese). Un dato nazionale che registra in sostanza un aumento dei consumi delle famiglie, dopo un triennio di crisi in cui si è osservata, anno dopo anno, una riduzione complessiva di circa 2,9 milioni di tonnellate (-8,9%).

La produzione di rifiuti cresce di più al Nord, dove si assiste ad un aumento percentuale pari all’1,4%, +188 mila tonnellate, con un totale di 13,8 milioni di tonnellate prodotte. Nel centro e nel Sud, invece, la produzione scende, con riduzioni rispettivamente pari allo 0,3% (-20 mila tonnellate) e allo 0,9% (-85 mila tonnellate), segno di una crisi che non accenna a uscire dalla sua fase più acuta.

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