Roma Lido, muoversi prima che i francesi “si incazzino”

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Quale futuro per la Roma/Lido? Nel ottobre 2014 prendeva corpo l’intenzione della società francese Ratp Dev, di mettere in campo un bel po di milioni per gestire il servizio della ferrovia Roma-Lido. Una ipotesi allora al centro dei colloqui fra la Regione e la società francese che si era offerta di investire nella disastrata linea fino a 300 e passa milioni sulla base di un project finacing per il quale loro rinnovavano e investivano nella scassatissima linea oggi gestita da Atac, ma se ne assicuravano i proventi di gestione.

Già, perché la linea di proprietà della Regione pare che sia l’unica, almeno in Europa, a collegare una capitale con il mare. In verità i colloqui fra la Regione e i francesi non si sono mai interrotti, ma come sempre succede sui grandi affari le diverse lobbies si scatenano. Così mentre la situazione della linea andava peggiorando di giorno in giorno aumentavano le resistenze dei sindacati ai quali si rizzano i capelli ogni volta che si accenna all’ingresso di privati nel trasporto pubblico locale, ma anche quelle della dirigenza Atac. Questa  non soddisfatta del disastro attuale, in primavera si inventò l’idea di partecipare alla gara mettendo sul piatto 180 milioni di ignota provenienza visto il lacero stato delle tasche societarie.

E’ a questo punto che inizia il pressing sul Consiglio comunale fino a quando il consigliere e tuttologo Athos De Luca si fa promotore di una mozione che viene approvata senza indugi dalla maggioranza nell’aprile scorso.  «E’ la linea di trasporto pubblico più “RICCA” di Roma – tuona Athos-  e la trasformazione in Metro con una frequenza di tre/ quattro minuti indurrebbe molti “pendolari” a usare la Metro anziché l’auto….» Bingo! Quindi sarebbero bastate nuove banchine di evacuazione laterali, nuovi treni, potenziamento della rete elettrica ecc. ecc. per rimettere a posto le cose. Robetta da un «centinaio di milioni» che sicuramente non avrebbe dovuto trovare Athos. Solo che, obiettò Athos pensoso «c’è un nodo politico da sciogliere con la Regione che è in trattativa per cedere la Roma–Lido ai francesi, una operazione che vale 437 milioni più un canone annuo di 19 milioni». Quindi allo scopo di aggirare l’ostacolo «per dimostrare il suo interesse, (il Comune) con 50 milioni ha inserito la Roma–Lido nei progetti di pubblico interesse necessari alla realizzazione dello Stadio della Roma.» Soldi ovviamente dei privati che si apprestano a costruire e non di De Luca.

Insomma, scoperta almeno la coccia dell’uovo di Colombo per Athos bastava convincere la Regione a non cedere la linea ai francesi ma a Roma Capitale.  Detto fatto parte una mozione che viene approvata da Pd e Sel che conta comunque come il due di briscola. L’ex assessore Guido Improta che di “trasportistica” se ne intende, per un pò nicchia e quasi quasi abbocca all’invenzione dei 180 milioni Atac per partecipare alla gara poco dopo ammette «se riusciamo con il pubblico, bene, ma se non ce la facciamo bisogna guardare a un project financing o a una collaborazione con privati.» E sollecitava la Regione a chiudere la partita assicurando che «da parte del Comune e di Atac non ci sarà nessun ostacolo alle soluzioni che la Regione porrà in essere al fine del potenziamento dell’infrastruttura.» Sette più. C

ade Marino, la sua giunta e il Consiglio e finisce anche il tempo delle chiacchiere ma il problema della Roma/Lido resta lì tutt’intero, quindi ritorna in ballo la gara per il project. Ma  gettando un occhio al di fuori delle mura aureliane ci si accorge che  il gruppo francese Ratp Dev Italia, si sta dando un gran da fare. E’ notizia di qualche giorno fa che i francesi,  contestati dall’altro concorrente MOBIT, si sono aggiudicati la gara per la gestione di tutte le autolinee pubbliche della Regione Toscana. Con l’impegno di  rinnovare il parco autobus negli 11 anni di contratto sostituendo i 2.100 autobus più vecchi tra i 2.900 in servizio sul territorio regionale. Che detta così la notizia in se non sarebbe nemmeno molto in portante se non fosse che “i francesi che si incazzano” ti lasciano pure lì ad aspettare Bartali. Come canta Paolo Conte nella vecchia, ma indimenticabile canzone sul toscanissimo “Bartali”.

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