Manca un mese al derby della capitale. L’8 novembre Roma e Lazio si affronteranno allo stadio Olimpico per la 12° giornata di campionato, ma quello in programma potrebbe essere una stracittadina atipica, diversa da quelle giocate finora. La Curva Sud e la Curva Nord, infatti, sono in protesta e da quanto annunciano non saranno allo stadio nemmeno in occasione del big match capitolino. Niente coreografie o sfottò, all’Olimpico (ore 15) si potrebbe assistere a uno spettacolo insolito.
CURVA SUD – La tifoseria giallorossa è pronta a continuare lo sciopero e a lasciare la curva vuota anche in occasione del derby. Roma-Lazio quindi con uno scenario apocalittico. La Curva Sud contesta fortemente e da settimane la divisione delle zone del tifo caldo, quindi della curva, con maggiori controlli e rigidità per esempio sui posti a sedere. Curva che aveva protestato nelle partite precedenti come il Carpi e che ha intenzione di farlo anche ora in vista del derby.
CURVA NORD – La curva della Lazio ha fatto un annuncio importante: domenica 18 ottobre è pronta ad andare in trasferta per seguire la squadra. Un ritorno importante, con il pullman e tutta l’atmosfera che da sempre accompagna le gare fuori casa: «Siamo molto contenti perché tornare in trasferta è una cosa bellissima. Vogliamo creare una curva Nord in vecchio stile a Reggio Emilia, dato che all’Olimpico non è più possibile».
Ed è proprio questo che poi scatenerà la protesta in occasione del derby. I tifosi sottolineano che al Mapei non ci saranno barriere e loro potranno stare tutti insieme, cosa che non accade all’Olimpico. E infatti annunciano: «Al derby dell’8 novembre probabilmente non andremo allo stadio e invitiamo tutta la Curva a non farlo. Pensiamo sia la cosa più giusta per dimostrare il grave danno perpetrato ai tifosi della Lazio». Ma la notizia non è ufficiale, andrà confermata nei prossimi giorni.
CONTRO LA FEDERCALCIO – I tifosi non condividono nemmeno le direttive della Federcalcio, per cui striscioni e fumogeni non saranno inquadrati. «Il tifoso è la locomotiva di questo sistema. Chi va allo stadio vuole vedere lo spettacolo rappresentato da tutti e non solo dai 22 calciatori in campo» scrivono ancora nel comunicato.
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