Ama e Cup, si annuncia un autunno caldo sul fronte sindacale

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Si profila un autunno caldo sul fronte sindacale. Come un anno fa a tenere banco sono ancora la gestione rifiuti e la sanità oggetto di una manovra di tagli da parte degli enti competenti.

La novità assoluta del momento riguarda il tentativo di privatizzazione di Ama, la municipalizzata che si occupa di decoro e pulizia nella Capitale. I sindacati vorrebbero un confronto sull’ingresso dei privati nell’azienda romana, mentre la pozione del sindaco Ignazio Marino, secondo i sindacati, risulterebbe essere solo una «sterile provocazione». Più aperta al confronto l’assessore Estella Marino che pur trovando «immotivato lo sciopero» si è detta ieri «aperta al confronto con i sindacati». «La prossima settimana – ha spiegato la Marino – inizierà il percorso in aula sulla delibera di affidamento del servizio ad Ama. Il ragionamento sull’ingresso dei privati nello spazzamento è solo una piccola parte, legato all’evidenza, perchè è sotto gli occhi di tutti, che ci sono alcuni pezzi di questo servizio che ancora non raggiungono la qualità richiesta e forse innestare un meccanismo virtuoso di competizione aiuta tutti, anche l’Ama».

LO SCIOERO AMA – In attesa del primo tavolo di confronto, oltre mille operai Ama hanno annunciato per lunedì 28 settembre uno sciopero generale. Una volta formalizzata la richiesta l’Autorità di garanzia valuterà «la legittimità della proclamazione, che deve rispettare i criteri imposti dalla legge e dall’accordo di settore». «Oggi – chiarisce in una nota l’Autorità – è del tutto prematuro, oltrechè insensato, parlare di precettazione, che è uno strumento straordinario previsto dall’ordinamento solo nel caso di un ”pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”».

LA MOBILITAZIONE PER IL CUP – Non ci sarà di certo precettazione per lo sciopero annunciato lunedì 21 settembre contro il taglio dei posti di lavoro al Cup regionale del Lazio. Il Comitato lavoratori ha preso atto dell’esito negativo dell’incontro tra le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil e quelle dell’amministrazione regionale e ha confermato ieri la propria adesione alla mobilitazione del prossimo lunedì 21 e a quello ad oltranza a partire dal prossimo 28 settembre.

«Nell’esortare tutti i lavoratori a prender parte all’astensione dal lavoro in difesa del proprio diritto al lavoro il comitato – si legge in una nota – diffida la Regione Lazio, le aziende sanitarie e le imprese titolari dei servizi Cup che impiegano i lavoratori in lotta dall’intraprendere azioni antisindacali che dovessero limitare il loro diritto di sciopero e/o a provvedere a sostituzioni del personale in sciopero». Il comitato ricorda che «restano confermati dalla Pisana il taglio di circa il 20% delle ore rispetto all’attuale organico che produrrà secondo i nostri calcoli la perdita di circa 350 posti di lavoro, mentre si conferma che le imprese che partecipano al bando non avranno nessun obbligo, in caso di aggiudicazione dei lotti di gara, di riassumere il personale in servizio nei ruoli e nella retribuzione attuali. Quanto di peggio ci si possa aspettare da un’amministrazione ed un istituzione pubblica che si dice vicina ai lavoratori, che consente una concorrenza sleale tra le imprese a discapito dei lavoratori, a colpi di massimo ribasso sul costo del lavoro e nella totale assenza di clausole sociali». E la nota dei dipendenti dei Cup prosegue: «Un comportamento che evidenzia una volta di più l’ormai manifesta volontà di affossare il servizio sanitario pubblico regionale, avallando, oltretutto, una gara centralizzata partorita in un clima di perdurante scarsa trasparenza dei comportamenti dei responsabili del procedimento, già evidenziati dalla precedente gara che si doveva svolgere ma che fu annullata dalla Pisana per le conseguenze dell’inchiesta su Mafia Capitale che hanno riguardato anche la regione Lazio. A tutto ciò siamo obbligati ad opporci attraverso un’adesione compatta allo sciopero».

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